Vivere al tempo del virus

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Inaspettatamente il coronavirus ci sta cambiando la vita. Sta mettendo a nudo le nostre fragilità, le nostre paure. Ci guardiamo con sospetto e, talvolta, ci evitiamo. Accade anche con chi, da sempre, ci siamo scambiati baci, abbracci, strette di mano. Ci angoscia, pur fra tante informazioni, il non sapere quanto tutto questo durerà. Concretezza e ipotesi si rincorrono minuto dopo minuto: non c’è luogo o ambito in cui il coronavirus non faccia danni. I maggiori vengono dai tuttologi, coloro che usano gli schermi televisivi per consegnare allarmanti opinioni. In fondo chi lavora intensamente dentro questa maledizione ha dettato regole semplici da osservare. Seguirle è un atto di responsabilità, ma anche un modo per rispettarsi a vicenda. Purtroppo non è sempre così. Colti di sorpresa (ma non tanto) i responsabili del governo si sono dovuti accorgere dell’altra faccia della sanità. Mancano le mascherine, i disinfettanti vanno a ruba e dietro l’angolo gli speculatori hanno trovato un nuovo filone di guadagni. I medici, gli infermieri sono esausti, sfiniti da un ritmo impossibile imposto da carenze le cui responsabilità vengono da lontano. In questo quadro desolante di sacrifici mi è apparso di grande valore sociale e civile il messaggio del presidente Sergio Mattarella. Nient’affatto rituale, tutto calato dentro la grande preoccupazione che il mondo attraversa, in particolare la nostra Italia, immettendo nella ferita aperta parole di orgoglio e di ottimismo, elementi che aprono alla speranza, alla fiducia. Contraddittorio il governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Da una parte si mette in gioco personalmente e lancia il monito ad osservare le regole dettate dalla scienza, evitando assembramenti e concentrazione di persone e dall’altra non sospende i concorsi regionali per l’assunzione di personale. Così alla mostra d’Oltremare, dove si svolgono i concorsi, si ritrovano centinaia di giovani speranzosi di trovare un posto di lavoro. Non è tempo ora di polemiche ma sottacere contraddizioni fa bene solo al Coronavirus. Che Dio ce la mandi buona e che tutto questo finisca al più presto. Possiamo e dobbiamo farcela.

di Gianni Festa