Vivere intensamente il reale, comprendere il proprio sè e non smettere di fare domande, Prades racconta ‘Il senso religioso’ di don Giussani

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E’ un invito a vivere intensamente il reale quello lanciato da Javier Prades, rettore dell’Università Ecclesiastica “San Dámaso” di Madrid e professore ordinario di Teologia dogmatica, con l’introduzione e il saluto finale a cura di Davide Prosperi, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione. L’occasione è offerta dalla presentazione della nuova edizione del Senso religioso di Don Giussani. Un incontro in video collegamento, tenutosi al Polo dei giovani nei giorni scorsi, promosso da Comunione e Liberazione. E’ Prosperi a sottolineare come “‘Il senso religioso’ di Don Giussani è un testo fondamentale e fortemente attuale, poichè affronta il rapporto dell’uomo col significato delle cose, la necessità di ciascun uomo di trovare la propria strada”.

Non ha dubbi Prades: “Viviamo oggi un cambiamento epocale che riguarda l’uomo, una trasformazione di paradigma con cui dobbiamo fare i conti, una vera rivoluzione antropologica. Ci troviamo di fronte ad un narcisismo dilagante, all’autoaffermarsi di singoli, al di là delle relazioni. Non sono i sistemi tecnici di controllo, ci ricorda Papa Francesco, a renderci sicuri, la sicurezza deve scaturire dalla forza morale dell’uomo, che altrimenti si trasforma in un potere di distruzione. Le domande che pone don Giussani sono già una risposta, chi trascura queste domande vive senza scopo. Ecco perchè – soiega Prades -bisogna recuperare il senso dell’esistenza nella sua pienezza, il senso dell’umano, Don Giussani è consapevole che porre la questione dell’uomo, comprendere che cosa è la soggettività di ciascuno di noi è fondamentale perchè l’idea di Dio non sia troppo astratta. I media finiscono spesso per ingombrare il tantativo di prendere coscienza di sè, ecco perchè la nostra soggettività rischia di essere schiacciata da molteplici forme di potere. Il senso religioso di Giussani si colloca secondo l’Autore a livello dell’esperienza elementare di ciascun uomo, là dove l’io si pone domande sul significato della vita, della realtà, di tutto ciò che accade. Riscattare l’umano ci aiuta a riscattare la domanda di Dio. Il suo è un invito a recuperare l’autenticità della condizione umana, il fascino di essere uomini”.

Quando, nel 1998, presentò a Buenos Aires l’edizione in spagnolo di Il senso religioso, libro di don Luigi Giussani, l’allora arcivescovo Jorge Mario Bergoglio disse tra l’altro: «Il senso religioso non è un libro a uso esclusivo di coloro che fanno parte del movimento; neppure è solo per i cristiani o per i credenti. È un libro per tutti gli uomini che prendono sul serio la propria umanità». E aggiunse: «Oso dire che oggi la questione che dobbiamo maggiormente affrontare non è tanto il problema di Dio – l’esistenza di Dio, la conoscenza di Dio –, ma il problema dell’uomo, la conoscenza dell’uomo e il trovare nell’uomo stesso l’impronta che Dio vi ha lasciato perché egli possa incontrarsi con Lui».  Per ribadire come “per interrogarsi di fronte ai segni è necessaria una capacità profondamente umana, la prima che abbiamo come uomini e donne: lo stupore, la capacità di stupirsi, come la chiama Giussani, in ultima istanza un cuore di bambini. Il principio di ogni filosofia è lo stupore, e solo lo stupore porta alla conoscenza”.

L’incontro è stato l’occasione per illustrare l’esperienza della Scuola di comunità, aperta a tutti, legata all’esperienza che ciascuno fa e alle domande che si pone per affrontare il quotidiano.