"I risultati di questa tornata amministrativa ci restituiscono un’immagine del PD decisamente a tinte fosche.
In Irpinia come in Campania emerge con evidenza che lì dove il partito non esercita la propria funzione di cerniera tra la classe amministrativa e le esigenze del territorio i risultati sono devastanti.
Nel capoluogo partenopeo il popolo del PD paga le scelte scellerate di questi anni e di questi mesi, a partire dalla totale assenza del partito a livello regionale, alla drammatica esplosione della questione morale nel PD, dalla mancata presa di posizione netta ed inequivocabile sulle vicende giudiziarie che pure interessano da mesi esponenti di spicco del PD, alla pessima gestione della vicenda delle primarie, dalla scelta della candidatura a sindaco, alla conduzione di una campagna elettorale senza slanci.
In Irpinia il PD vince solo lì dove si costruiscono alleanze e proposte amministrative definite, solo lì dove si sceglie di mettere la faccia e ci si assume la responsabilità di scelte chiare e nette.
Perde lì dove manca una linea di condotta. Qui non si tratta di giudicare i singoli casi, poiché è evidente che la contesa amministrativa nasconde sempre aspetti non classificabili secondo gli schemi ordinari, ma di comprendere che l’assenza di guida, la pervicace volontà di tirare a campare nuoce allo stato di salute, già critico, del partito in provincia.
Noi riteniamo che da questa situazione si esce solo con scelte nette e coraggiose, che rimettano al centro la dignità dei tanti militanti veri e sani che in questo partito continuano a credere.
E’ evidente che questa tornata di elezioni ripropone il tema della centralità del ruolo del partito; noi crediamo che l’unica scelta da fare sia quella di dare il via alla rifondazione, sia a Napoli che in Irpinia, del partito dei militanti e non degli elettori.
La rifondazione passa per l’azzeramento delle cariche esistenti a partire dal livello regionale, come già proposto dal premier segretario; passa altresì per un nuovo e corretto tesseramento sui territori, con rigidi meccanismi che evitino il proliferare dei soliti notabilati di quartiere e dell’ennesimo mercato delle vacche, cui siamo stati abituati.
Passa per la volontà politica di investire in una nuova stagione di vera e sana riorganizzazione del partito sui territori, dando spazio e voce a chi il partito lo vive non solo in occasioni delle votazioni.
L’idea di partito palestra, già sperimentata anche in Irpinia con il progetto Luoghi Idea(li), non deve essere lo spauracchio che si invoca solo in determinate occasioni ed a convenienza alternata, ma l’obiettivo di una nuova stagione di partecipazione attiva.
Parta dal PD regionale una campagna di forte sensibilizzazione e di veemente protesta affinchè il PD nazionale si pronunci sulle tre proposte fatte all’esito del progetto Luoghi Idea(li) e che a nostro avviso rappresentano tre punti di svolta per l’intera politica aggregativa e la stessa proposta politica del PD: vale a dire l’istituzionalizzazione del metodo del partito palestra mediante un Dipartimento nazionale che sperimenti una nuova forma di partecipazione al PD che parta dal basso, la riduzione del numero dei componenti delle Direzioni politiche ai vari livelli, la separazione tra ruolo di premier e ruolo di segretario nazionale.
Il tipo di partito che si va a rifondare e costruire dipende dalle scelte di campo che si è in grado di fare; dipende dalla capacità di mettersi in discussione da parte di tutti i singoli militanti; dipende dalla volontà di sacrificarsi per il raggiungimento di un fine comune.
Diversamente il PD non solo perderà l’ennesima occasione per reinventarsi, ma, cosa ben più preoccupante, continuerà a perdere consensi. E noi non possiamo tollerarlo, né consentirlo. Ne va del nostro futuro"
Avv. Giovanni Bove
Assemblea Regionale PD Campania