“La sfida è quella di contrastare la condizione periferica, nel cuore delle aree interne, che caratterizza il nostro centro, mettendo i nostri progetti di ricerca al servizio delle strutture di cura del territorio ma gli ostacoli da superare non sono pochi. In Italia continuiamo ad avere la tendenza ad autoflagellarci”. Lo sottolinea il presidente del Centro di ricerca Biogem di Ariano Ortensio Zecchino nell’inaugurare il meeting “Le due culture” di Ariano. ‘Le due culture’ diventa, come ogni anno, l’occasione per tracciare un bilancio dei traguardi raggiunti. Chiarisce come “La criticità principale continua ad essere legata all’ubicazione del centro di ricerca. Secondo uno studio dell’Istat, nel 2080 il nostro paese perderà tredici milioni di cittadini ma il calo non sarà uguale in tutta le realtà, al Nord sarà del 9%, il Sud perderà il 40% dei suoi abitanti. E’ chiaro che, se non si cambia rotta, questa perdita non inciderà sulle realtà delle grandi metropoli ma avrà effetti innanzitutto sulla parte interna del Mezzogiorno. Di qui l’impegno del nostro istituto di provare a dare un nuovo impulso alla realtà del Mezzogiorno più interno, facendo bene il nostro mestiere”. Spiega come “Abbiamo sempre cercato di rendere il nostro istituto uno spazio che potesse avere una sua attrattività, proviamo ad offrire una condizione di bellezza a chi visita e lavora a Biogem, una sfida che si affianca all’azzeramento della spesa energetica. Possiamo affermare con orgoglio di essere in condizione di non inquinare”. Rivendica la scelta di proporre “incrementi retributivi che superano il tasso di inflazione. La dimensione che viviamo è quella della cooperativa. La vitalità di Biogem nasce dal concorso di tutti coloro che vi operano. Ciascuno offre un suo contributo al raggiungimento dei risultati, di qui la scelta di condividere la crescita con il personale. Lo testimoniano iniziative come i premi per la produttività e per chi si distingue nei diversi campi di ricerca”.
Si sofferma sulle nuove sfide “Con il coordinamento del professore Capasso, ci siamo dotati di una biobanca che consente di lavorare su materiale umano e animale. Abbiamo un milione di campioni che ci consentirà di ampliare gli obiettivi della nostra ricerca. Abbiamo vinto un bando del Pnrr per realizzare una struttura che possa consentire lo studio dei virus ma, nella fase di attuazione del progetto, ci è stato spiegato che avremmo potuto godere di un contributo parziale per la tipologia del nostro istituto di ricerca, nel rispetto dei vincoli posti dall’Europa. Abbiamo dovuto adire alle vie legali per dimostrare che il nostro istituto non ha scopo di lucro, fino ad oggi abbiamo ottenuto tre sentenze favorevoli e speriamo, quando arriverà la sentenza definitiva, di andare avanti col progetto. Sarà un centro all’avanguardia, ne esistono pochissimi in Italia”.
Spiega come Biogem “abbia scelto di mettere la propria capacità di ricerca al servizio delle strutture di ricovero e cura, un sostegno che può aiutare nella diagnosi e nella terapia di malattie molteplici. Abbiamo firmato una convenzione con l’ospedale di Ariano, ma l’Asl non ha piena autonomia e la Regione ha bloccato la convenzione, rinviandone la concreta attuazione al tempo. Al tempo stesso abbiamo firmato una convenzione con l’altra struttura che si occupa di cura sul territorio, Villa Maria. Vogliamo offrire al territorio un miglioramento nelle prospettive terapeutiche ma il rapporto tra sanità pubblica e privata è spesso complesso”.
Quindi snocciola dati sul Centro “La ricerca portata avanti si misura anche attraverso le pubblicazioni, nel nostro caso sono state 93, di cui 43 con primo e ultimo autore con un impact factor di 7, dallo studio di Trepiccione su riviste come Nature e Science sulla sperimentazione di un farmaco da utilizzare nella lotta a una malattia rara, la sindrome di Franconi Bickel, alle terapie mirate in campo oncologico di cui si è occupato il dottore De Falco, con la separazione cellule maligne dal microambiente tumorale, mentre la ricercatrice Noviello ha realizzato uno studio con approccio computazionale che ha consentito di fare passi in avanti nella lotta al melanoma metastatico, fino al brevetto Caraglia con un kit per la diagnosi precoce di alcune forme di cancro. Lavoriamo su obiettivi legati all’immediata utilizzabilità nella cura, con collaborazioni sempre più intense, Regione permettendo”. Rivendica con forza come “Non abbiamo padroni, siamo un consorzio che porta avanti progetti di ricerca nell’interesse pubblico. Al tempo stesso Biogem vuole essere un centro di cultura senza barriere, lo conferma la biblioteca di cui disponiamo e la scelta di puntare su un meeting che fonde scienza e discipline umanistiche”. E spiega come “E’ chiaro che il ritardo del Sud è legato al deficit delle strutture del sapere”. Si sofferma sul titolo scelto per l’edizione di quest’anno “Animali viventi che sono negli animali viventi”, tratto da un testo di Francesco Redi “Il microbiota ha fatto irruzione nel mondo della ricerca, il riferimento è all’insieme degli organismi viventi che vivono nel nostro corpo vivente, sono centomila miliardi di microrganismi e condizionano le principali funzioni vitali, cerebrali e cardiache. E’ una questione non solo scientifica, pone il problema di come interpretare la vita. Quello che proponiamo è un viaggio tra approfondimenti scientifici e occasioni di nutrimento spirituale”
Un’inaugurazione, quella del meeting, preceduta dalla benedizione della statua a Rita Levi Montalcini, alla presenza della nipote Piera che ha voluto lanciare un appello ai giovani “Oggi più che mai diventa fondamentale essere curiosi nei confronti del mondo, andare al di là delle semplici piattaforme”. Zecchino ha voluto sottolineare la generosità del premio Nobel che il 14 luglio del 2006 tenne a battesimo la nascita del centro, scommettendo su Biogem. “Se ci vedesse, sono sicura che sarebbe orgogliosa di aver inaugurato insieme a noi questa struttura”. Di grande interesse gli interventi di Antonio Staglianò, della Pontificia Accademia di teologia e fondatore della “pop theology” che si è soffermato sulla necessità di superare la visione della scienza come linguaggio che separa e di una teologia chiusa nella sagrestia “Ci sono esperienze di ricerca scientifica in cui bisogna riconoscere che il cielo stellato è dentro di noi ed è a fondamento della legge morale. Ci è stata consegnata la falsa narrazione della libertà come autodeterminazione. Non ne possiamo più del metaverso illuminista in cui il soggetto è imbrigliato in forme di sapere che lo condizionano. Il linguaggio duale è un inganno. Perchè le due culture non possono non camminare insieme, senza che l’una predomini sull’altra, come le due ali di fede e ragione? La ragione è aperta all’infinito e riesce a recepirlo. L’amore è ontologia dell’essere umano perchè è nel principio dell’uomo”. Mette in guardia dai rischi della tecnocrazia e ribadisce come “Nessuna regola etica può essere definita se non ci mettiamo d’accordo su cosa sia l’essere umano”. E ribadisce come “La sfida è quella di aprire spazi di interlocuzione con scienziati e non per salvare l’umanità dalla barbarie dell’ipermercato”. Paola Bonfante dell’Accademia dei Lincei si è soffermata, infine, sul concetto di microbiota che riunisce piante, funghi e batteri, autentico viaggio in un mondo nascosto. In serata spazio al maestro Nazareno Carusi e allo scrittore Maurizio de Giovanni con “La sesta napoletana”, duetto tra musica e parole.
Si continua il 13 settembre con l’intervento della professoressa Giulia Marchetti che, a partire dalle 16, terrà una conferenza dal titolo ‘Resistenza agli antibiotici: quali sfide’? Seguirà l’etologo Donato Antonio Grasso, con un focus sul fascinoso mondo delle formiche, alla scoperta dell’intelligenza collettiva dei “più sociali tra gli insetti”. Seguirà un dibattito sul concetto di vita tra riflessione filosofica e ricerca scientifica, con il chimico Giovanni Villani e la bioeticista Luisella Battaglia, moderati dal professore Mario De Felice, già direttore scientifico di Biogem. Per poi concludersi con il nefrologo Loreto Gesualdo e con i suoi studi sul microbiota e le malattie cronico-degenerative. Nella serata di venerdì torneranno ad esibirsi ad Ariano Irpino il violista Danilo Viola e il pianista Stefano Bezziccheri, solo pochi mesi fa acclamati in un concerto da loro tenuto nell’ambito di ‘Biogem Musica’, rassegna ideata e diretta da Nazzareno Carusi.