Zia Lidia, dal fenomeno Gomorra all’omaggio a Garrone

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Doppio appuntamento firmato Zia Lidia, dal fenomeno Gomorra all’omaggio a Matteo Garrone. Si comincia questo pomeriggio, alle 18, con la presentazione del volume di Alberto Castellano “Gomorra, fenomenologia di un successo seriale”. Una lucida analisi del successo della serie televisiva italiana più famosa e venduta nel mondo, e il rapporto con il libro-cult di Roberto Saviano e il film di Matteo Garrone. Ne discuteranno insieme all’autore, Generoso Picone e Francesco Della Calce.

Castellano parte dalla produzione, analizzando marketing, dati d’ascolto e costi, per capire il successo di pubblico e di critica nei paesi più diversi del mondo. Le schede di tutte le stagioni – con cast, credit e trame dettagliate – sono affiancate da un’analisi del rapporto della serie con il libro di Roberto Saviano e il film di Matteo Garrone. Dall’attesa creata nel pubblico al rapporto tra le varie stagioni e l’avvicendamento dei registi, dall’influenza della grande serialità americana alla strategia comunicativa.

In serata, alle 20, al cinema Partenio, lo ZiaLidiaSocialClub omaggia Ernesto Mahieux con la visione del film L’imbalsamatore di Matteo Garrone. Introducono: Pietro Ammaturo, professore di critica cinematografica e Alessandro Guerriero, esperto di cinema. Ci troviamo così di fronte ad un approccio mediterraneo alla tradizione noir del cinema di genere. Visione che si traduce in una fotografia densa e contrastata, in musiche vibranti d’atmosfera, in personaggi ammantati di grande fascino eppure possibili. Sarà presente Ernesto Mahieux, che nei panni di Peppino ha vinto il David di Donatello per il miglior attore non protagonista. Prevendita aperta fino ad esaurimento posti disponibili in sala.

L’imbalsamatore rilegge la storia dell’assassinio di Domenico Semeraro, noto con il soprannome di nano di Termini, avvenuto il 25 aprile del 1990.

Domenico Semeraro era un ex professore di applicazioni tecniche di origini pugliesi, alto solo 1 metro e 30 centimetri. Dopo aver lasciato l’insegnamento, l’uomo aveva aperto uno studio di tassidermia vicino Termini, in Via Castro Pretorio 30. Spesso, metteva annunci esca su giornali locali per attirare giovani uomini e donne con la promessa di un ruolo nel cinema. Aveva recitato, infatti, nel controverso film Non si sevizia un paperino di Lucio Fulci.

Nel 1986 Domenico adesca Armando Lovaglio, un 16enne in cerca di un lavoretto per comprarsi una moto. Tra i due nasce un rapporto di amicizia molto intimo. Domenico si innamora del ragazzo e gli regala la tanto desiderata moto. A rompere gli equilibri è l’arrivo di Michela Palazzini, una ragazza attirata da Domenico con un annuncio su Porta Portese.

Tra Armando e Michela nasce una relazione e la giovane rimane incinta di una bambina. Domenico impazzisce di gelosia e impone alla coppia un ultimatum: devono andare a vivere tutti insieme, altrimenti lui divulgherà le foto fatte ai due giovani in atteggiamenti pornografici.

Il ricatto porta Armando al limite e il ragazzo uccide Domenico nell’appartamento vicino a Termini, strangolandolo con un foulard che l’uomo portava al collo. I due ragazzi confessano subito, raccontando una storia fatta di soldi facili, droga, rapporti ambigui e minacce.

A cambiare nella pellicola di Garrone è l’ambientazione. Il film si svolge tra Napoli e Cremona e non a Roma. Il protagonista Peppino, inoltre, ha rapporti con la malavita, a cui mette a disposizione le sue abilità per estrarre gli ovuli di droga dai corpi dei trasportatori.

Un giorno, Peppino incontra allo zoo il giovane cameriere Valerio (Valerio Foglia Manzillo). Si invaghisce del ragazzo e lo convince a lavorare con lui. Valerio accetta e finisce per subire il fascino del nano e farsi ammaliare dalla sua gentilezza e dalle sue attenzioni.