Urbanistica, dopo Avellino anche l’hinterland irpino sotto inchiesta

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AVELLINO- Dopo il San Francesco anche il Fenestrelle e alcune aree vincolate nell’hinterland di Avellino. A Mercogliano per esempio. Nel mirino della Procura non c’è solo dunque il torrente che attraversa il centro cittadino di Avellino, ma anche il fiume che attraversa la città e diversi comuni dell’hinterland e alcuni valloni che come prevede la legge hanno una fascia di rispetto e vincoli precisi. E i primi segnali su questa serie di accertamenti a tappeto arrivano proprio da Mercogliano, dove solo qualche settimana fa, gli agenti del Nipaf del Corpo Forestale dello Stato hanno acquisito una serie di documenti relativi alle zone urbanizzate e ai permessi a costruire relativi all’area dove si trova il vincolo e la fascia di rispetto del Vallone Acqualeggia. E nel mirino ci sono anche altre zone vincolate, quelle del fiume Fenestrelle. Con accertamenti, che dovrebbero riguardare una fascia che va da Monteforte fino ad Atripalda e tutte le aree distanti meno di 150 metri dove sono state rilasciate concessioni edilizie dopo il 1985. Quella sull’urbanistica, come era stato già scritto nei mesi scorsi è un’inchiesta che dovrebbe allargarsi ed andare ben oltre Avellino. E le indagini del Corpo Forestale dello Stato, coordinate dal pm della Procura di Avellino Elia Taddeo, vanno proprio in questa direzione. Intanto, proprio dall’hinterland, finirà sul tavolo dei magistrati della Procura di Avellino il caso che da alcuni giorni sta facendo molto discutere a Mercogliano. Quello relativo alla revoca in autotutela da parte del Comune di Mercogliano di due concessioni edilizie rilasciate nel 2006 senza il parere della Soprintendenza sul vincolo del Vallone Acqualeggia. In questo caso si tratta di due strutture commerciali che si trovano nei pressi del Movieplex. Si tratta di un permesso a costruire rilasciato nell’aprile del 2006 per la costruzione di un edificio commerciale in Via Nicola Santangelo, quella dove si trovano due attività commerciali e che nel 2013 era stata richiesta una nuova variante all’oriuginario permesso a costruire, quella che ha fatto scoprire come nella prima procedura vi fosse l’assenza della richiesta di autorizzazione paesaggistica, un atto che determina l’inefficacia dei titoli abilitativi rilasciati, ovvero annulla il permesso di costruire. E come scrivono i dirigenti del Settore Urbanistica del Comune di Mercogliano: «l’impossibilità di acuisire ex post la predetta autorizzazione paesaggistica con accertamento di compatibilità ex art.167 del decreto legislativo n.42/2004 e s.m.i (Codice dei beni culturali e del paesaggio) laddove non sono previste autorizzazioni in sanatoria essendo queste ultime ricondotte unicamente a specifiche marginali ipotesi».Tutto quanto emerso in corso di istruttoria nel 2013, essendo l’area oggetto di intervento, parzialmente interessata dal vincolo ambientale di cui alla lettera c del decreto legislativo del 2004, quella che ha portato anche a sequestri nella città capoluogo. La fascia di rispetto di 150 metri del Vallone Acqualeggia. Il caso finirà sicuramente davanti al Tar. Ma anche alla luce delle indagini che erano state già avviate da parte della Procura, sicuramente anche su questa area ci saranno accertamenti della Forestale.