Quel ritratto del principe Giulio-Claudio al Museo 

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1942

Il ritratto che qui viene presentato (figg. l, 2) proviene dal giardino del Castello Buonopane di Grottaminarda, dove era collocato allo scoperto su una statua acefala non pertinente; la sua provenienza originaria insieme alla statua, però, deve considerarsi l’antico centro di Aeclanum, al quale, nel periodo romano, era aggregato il territorio dell’odierna Grottaminarda. Entrambi i pezzi erano in uno stato di completo abbandono, sepolti quasi sotto una siepe di spine e di rovi che ne rendevano parziale la visione. La loro scoperta da parte mia avvenne per puro caso, verso gli inizi del mese di luglio 1974,in occasione di una visita che feci per ragioni personali all’anziana signora Buonopane la quale, da Roma, dimora abituale di tutta la famiglia, si trasferiva in periodo estivo nella casa di Grottaminarda. L’interesse dei due reperti archeologici, esposti ad un continuo e progressivo deterioramento, ed il pericolo di un eventuale trafugamento del ritratto, facilmente asportabile, indussero sollecitamente a prendere contatti in Roma con gli altri membri della famiglia per concordare un eventuale trasferimento dei pezzi nella sede del Museo Irpino. Infatti, dopo alcuni incontri sia a Roma che a Grottaminarda, che si protrassero per circa tre anni, il Museo Irpino, con l’onere finanziario dell’Amministrazione Provinciale, erogato sotto forma di premio di rinvenimento (2) a favore della famiglia Buonopane, venne in possesso della suppellettile archeologica che, oltre alla statua e al ritratto comprendeva anche due iscrizioni (3). Il ritratto, che è l’oggetto di questa mia nota, per i suoi tratti fisionomici, senza dubbio si riferisce ad un principe della gens giulio-claudia; misura cm. 38 in alt. con un diam. max. di cm. 87 ed è di marmo bianco a grana grossa con riflessi cri stallini, di estrazione locale. Il volto, eccetto il naso, che è quasi del tutto mutilo, è ben conservato; presenta, invece, una lunga scheggiatura verticale la parte posteriore della testa dalla zona sinistra della nuca fino al collo. I capelli, fortemente rile vati sulla fronte e sui lati, sono appena sbozzati al centro della calotta cranica e sulla nuca, dove appaiono meno evidenti an che per le forti abrasioni. In questo ritratto colossale, lavorato non per essere inse rito in una statua, ma quale elemento a sè stante, come si rileva dal taglio del collo con base piatta e lineare, è possibile ricono scere Druso Senior, figlio di Tiberio Claudio Nerone e di Li via, nato il 38 a.C. e morto il 9 a.C. (4). Il volto solido ed equilibrato, quasi longilineo, il sopracciglio teso, gli occhi grandi ed il labbro superiore diritto e leggermente sporgente, il mento prominente, lo rendono somigliante al fratello Tiberio, come si può cogliere nel ritratto da una statua di Veio nei Mu sei Vaticani (5) ed in quello della Biblioteca di Monaco di Ba – viera, già nella collezione Bevilacqua (6). Una possibile identificazione, invece, del volto di Druso Senior nel ritratto di Grottaminarda trova riscontro nel ritratto di bronzo nel Museo Nazionale Romano, proveniente dall’al – veo del Tevere, presso Ponte Sisto (7). In questa scultura metallica, che è un pezzo fuso a parte per essere collocato in un busto, il principe è ritratto in età giovanile e con il volto di steso, a differenza di quello rappresentato nella testa del Museo Irpino, un po’ più avanti negli anni e con qualche segno di rughe nella parte anteriore del collo. Nonostante ciò, il bronzo del Tevere ha molte caratteristiche in comune con il ritratto irpino, non solo nel taglio degli occhi, nell’arco sopracciliare, nella conformazione delle orecchie grandi ed un po’ a sventola, ma specialmente nel tipo particolare della pettinatura a frangetta. Il ritratto del Tevere, infatti, insieme ad altri otto esemplari (8), discende da un originale che sembra coincidere, particolarmente per la pettinatura, con la persona identificata come Druso Senior, rappresentata sulle paste vitree (9). Questo particolare della pettinatura nel pezzo di Grottaminarda risalta in maniera abbastanza marcata anche nel ritratto del Museo di Siracusa, identificato come ritratto di Druso Senior da Pietrangeli e confermato dal Gentili e da V. Poulsen (10). La testa di Druso del Museo Irpino, quindi, per stile e caratteristiche fisionomiche, si pone tra il ritratto del Tevere e quello di Siracusa, con un possibile accostamento al ritratto del Tropeanum Augusti alle Turbie, conservato nel Museo Nazionale di Copenaghen (11) e con la testa della statua eroica del Museo Lateranense (12). Un contributo alla individuazione del volto di Druso Senior potrebbe venire anche dalla numismatica, ma in maniera molto approssimativa e limitata, in quanto, come- riferisce Polacco nel suo saggio sul volto di Tiberio (13), il ritratto numismatico non nasce da una diretta visione di un modello vivente, ma da un altro documento, che può essere simbolico o plastico. Esso, più che un ritratto nel senso comune della parola, è un segno, un indice iconografico ma comunque vale come testimonianza storica della evoluzione della distribuzione dei ritratti. L’effigie di Druso Senior comparve sulle monete post mortem, durante il principato del figlio Claudio, che lo fece rappresentare su due didrammi, tre sesterzi, tre denari e cinque aurei (14). In questo contesto, però, di tredici ritratti numismatici, nessun confronto plausibile scaturisce con la testa di Grottaminarda che, anche se suffragata nella identificazione dell’immagine di Druso Senior dall’esame dei materiali scultorei sopra menzionati, resta pur sempre un pezzo da approfondirsi, aperto a considerazioni critiche sia di carattere stilistico che iconografico. Comunque, il ritratto di Grottaminarda, certamente realizzato in loco, nell’ambito del territorio del Municipium eclanese, per committenza probabilmente di un magistrato (l5) o di un veterano, memore della sua militanza nell’esercito di Druso, è una genuina espressione di arte indigena, permeata di esperienze neo-attiche che le conferiscono un linguaggio nobile e più colto. Questo apporto classico all’arte del mondo romano sia centrale che periferico, filtrato attraverso la cultura classicisti ca, si mantenne vivo ed attivo da Augusto fino a tutto il periodo di Marco Aurelio con particolare accentuazione nel periodo di Adriano (16). Un esempio, infatti, degli influssi classici in Irpinia anche in epoca post augustea, è dato, tra l’altro, da una bella testa virile che presenta caratteristiche iconografiche come quelle di Marco Aurelio, recuperata dal Museo Irpino nella Villa Barattelli, non molto lontano da Avellino, lungo la strada statale Avellino-Salerno, ma rinvenuta in passato nel territorio della colonia di Abellinum (17). Note bibliografiche (l) DE RUGGERO, I p. 125 ss., per le vicende storiche di Aeclanum, prima Municipium e poi Colonia. (2) Fu concordato con la Soprintendenza Archeologica di Salerno- Avellino- Benevento; (3) GRELLA, p. 6, Tav. VI, dava sommaria notizia dei pezzi con relativa documentazione fotografica della loro collocazione in situ; le due iscri zioni sono nel C.I.L. IX nn. 1126, 1384; per la statua vedi anche Cilletti, pp. 200-202. (4) DIZIONARIO, I, s.v. Druso Nerone Claudio per le notizie storico- biografi- che. (5) E.A.A., s.v. Tiberio, fig. 959. (6) POLACCO, Tav. XXVIII. (7) FELLETTI, p. 59, n. 95. (8) CURTIUS, Tavv. 32-37; Poulsen, S. A. M. P. E., p.43, figg. 62- 64. (9) DREXEL, An.tike plastick, p. 67 ss., figg. 3-9. (10) BONACASA, p. 41, Tav. XXI, l, 2. (11) POULSEN. S.A.M.P.E., op. cit., ibidem. (12) GIULIANO, n. 17, Tav. 8. (13) POLACCO, op. cit., p.l7. (14) MATINGHY, I, p. 131 ss. nn. 58, 59a, 62, 63, 75-77, 91, 95-99. (15) DE RUGGERO, I, op.cit., ibidem, per le magistrature eclanesi. (16) BECATTI, p. 359. (17) GRELLA, op.cit., p. 9, Tav. X, fig. 2. Abbreviazioni BECATTI – L’arte dell’età classica, Bologna 1974. BONACASA -N. Bonacasa, Ritratti greci e romani della Sicilia, Palermo 1974. CIL IX-T. Mommsen, Corpus Jnscriptionum Latinarum IX, Ber – lino, 1863. CILLETTI-I. Cilletti, Ricerche sul ritratto romano nell’area irpina, estratto dall’Accademia Pontaniana, Nuova serie, vol. XXXV, Napoli 1987. CURTIUS- L.Curtius, Ikonographische Beitrage zum Portrat der romanischen republik und der julisch-claudischen Familie, RM, 1932-1935, 1939, 1940, 1945. DE RUGGERO- E. De Ruggero, Dizionario epigrafico di antichità romane, Roma 1961. DIZIONARIO- Dizionario di antichità classiche di Oxford, Edizione ita liana. Roma 1963. E.A.A.-Enciclopedia dell’arte antica classica ed orientale, Roma, 1961. FELLETTI- B.M. Felletti, Maj, Museo Nazionale romano, I Ritratti, Roma 1953. GIULIANO- A.Giuliano, Catalogo dei ritratti romani del Museo Lateranese, Città del Vaticano 1957 GRELLA -C. Grella, Reperti repubblicani nella torre del Duomo di Avellino con note su altri monumenti irpini, estratto dalla rivista “Economia Irpina” n. 1, Avellino 1976. MATTLINGHY- H. Mattlingly, E. Sydenham, Roman imperial coinage, London 1972. POLACCO- L.Polacco, Il volto di Tiberio, Padova 1955. POULSEN – L. Poulsen, Sculptures antiques des Musées de Province Espagnoles, Kopenhagen 1933.

Di Consalvo Grella pubblicato il 07/01/2014 sul Quotidiano del Sud