Comunicato Rifondazione Comunista. Quando la gestione di un “bene comune” come l’acqua lo si lascia nelle mani dei comitati d’affari, sovente insediati nelle segreterie di alcuni partiti, ad esempio il PD, a pagarne le conseguenze e’ l’intera collettività che, tra l’altro, attraverso il referendum si era espressa chiaramente per una gestione pubblica, specchiata e democratica. Alla volontà popolare dell’epoca nessun governo (tecnico, di centro destra e di centro sinistra) ha mai dato seguito, infatti si sono aperte le porte alle privatizzazioni ed alla gestione bizzarra di un bene primario. Infrastrutture colabrodo, bollette salate, disservizi, assunzioni/ gestione del personale clientelari e sprechi sono il frutto di scelte politiche. L’ente dopo aver accumulato circa 150 milioni di euro di debiti rischia il fallimento, la magistratura visti i “libri contabili” e’ intervenuta in tal senso. Questa soluzione nasconde risvolti pericolosi, il rischio si chiama privatizzazione , sarebbe una catastrofe per gli interessi generali. Noi da anni denunciamo tutto ciò ,insieme a pochi altri , avevamo ragione. Il governo deve intervenire, riassetto economico, riqualificazione della rete, oculata gestione e formazione del personale, eliminazione degli sprechi sono priorità; ma soprattutto serve agire per tutelare il valore pubblico di un bene comune liberandolo dalle mani di lobbisti e faccendieri.
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