Aste Ok, la difesa di Livia Forte: “Era un’immobiliarista. La sua era un’attività lecita e tecnicamente virtuosa”

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Nell’udienza di oggi del processo Aste ok, dinanzi al collegio presieduto  dal presidente Roberto Melone, a latere Gilda Zarrella eVvaleria Cozzino  hanno discusso i difensori di Livia Forte e Nicola Galdieri,  due imputati  con un ruolo di primo piano nell’inchiesta condotta dal nucleo operativo dei carabinieri di Avellino e le fiamme gialle di Napoli  su delegata della procura distrettuale Antimafia.

Ad aprire l’udienza l’avvocato di fiducia della Forte, il penalista Alfonso Furgiuele,   che durante sua arringa ha evidenziato come  “l’attività della sua assistita fosse lecita”.”Bisogna guardare la realtà obiettiva dei documenti. Livia Forte ha- afferma Furgiuele- venduto gli immobili dopo averli ristrutturati. Ha svolto un’attività immobiliare in società con il dottor Aprile. Loro facevano gli immobiliaristi. Un’attività immobiliare assolutamente lecita e tecnicamente virtuosa. Nell’ambito di questa attività lecita, la mia assistita si è imbattuta in soggetti che, attraverso episodi limitati nel tempo rispetto alle centinaia di aste cui ha partecipato Livia Forte, hanno proposto la possibilità del cosiddetto “babà”.  Non dimentichiamo che, per parlare di estorsione, occorre la presenza di una restrizione violenta. In realtà, le uniche parole ascoltate sono “Dammi un babà e io non partecipo all’asta. A un certo punto, alla fine del 2018, Pasquale Galdieri si accorse che c’era questo fenomeno in cui Livia Forte e Armando Aprile guadagnavano molti soldi. Un’attività che, certamente, gli interessava. L’intervento di Pasquale Galdieri è emerso dalle intercettazioni e, nel 2019, viene raggiunto un accordo. Quest’ultimo consiste nel corrispondere ai Galdieri il 20% del babà, quando l’esecutato è persona che si rivolge direttamente a Forte, Aprile ecc. Al contempo, i Galdieri ricevevano una commissione del 33% quando portavano il cliente. Nel corso del dibattimento, non si è mai parlato della presenza sul territorio di associazioni di tipo mafioso. Non si è mai parlato del fatto che l’accordo del 20% e del 33% è stato imposto”. Infine l’avvocato Furgiuele ha richiesto per la Forte l’assoluzione per tutti i campi di imputazione.

Poi è intervenuto in aula l’avvocato Claudio Davino, difensore di Nicola Galdieri che ha escluso un interesse del suo assidstito al sistema delle aaste giudiziarie. “L’ipotesi investigativa iniziale è stata smentita dagli atti, durante il dibattimento. Al di là della teorica fedeltà delle intercettazioni a quanto effettivamente verbalizzato, è evidente che Nicola Galdieri non era interessato alle aste. Le aggiudicazioni immobiliari erano tutte a carico di altri soggetti. La signora Forte ha sempre partecipato alle aste. Sostenere che tale attività sia in qualche modo gestita o coordinata da Galdieri è un errore storico. Un errore che nemmeno la Procura ha sostenuto, anche nell’altro procedimento parallelo.”oglio ricordare che, in questo processo, ci sono state tantissime persone che avrebbero dovuto essere imputate.  la ragione dei questa mia affermazione  è perché è evidente che, fino a un certo punto, di Nicola Galdieri non c’è stata più traccia. Ad Avellino, signori del Tribunale, era un fatto notorio che le aste immobiliari le facevano solo “i Tre Tre e dunque chiedo l’assoluzione per il mio assistito”.

La prossima udienza, adesso, è attesa per il 24 aprile 2024.