A Emma Giammattei il premio “Procida Isola di Arturo”

Un riconoscimento nel segno della lezione storiografica di Benedetto Croce

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“Perché con la sua testimonianza incarna lo spirito con cui nasce questa sezione: la letteratura come Storia dell’immaginario e la Storia della Letteratura come procedura conoscitiva ed etica per interpretare il mondo“. Con queste motivazioni l’italianista Emma Giammatteiprofessore emerito di Letteratura italiana all’Università Suor Orsola Benincasa, è stata insignita del prestigioso Premio “Procida – Isola di Arturo – Elsa Morante” nella neonata sezione de “La Storia”

Il Premio giunto alla sua trentaseiesima edizione è nato nel 1986, a pochi mesi dalla scomparsa della celebre scrittrice, il cui nome è indissolubilmente legato all’Isola di Procida ed è stato il primo in Italia dedicato alla sua figura. Quest’anno sul gradino più alto del podio la Giuria tecnica della sezione Narrativa, composta da Silvia Zoppi Garampi (presidente), Antonio Corsaro, Alberto Fraccacreta, Massimo Onofri e Ilaria Tufano, ha collocato ex aequo Andrea Canobbio con “La traversata notturna” (La nave di Teseo) e Alessio Torino con “Cuori in piena” (Mondadori).

La grande novità dell’edizione 2023 è stata l’inaugurazione di diverse nuove sezioni ideate dal delegato alla Cultura del Comune di Procida Michele Assante del Leccese (Autore dell’anno, Musica – Il suono delle parole, La Storia, Poesia, Settima Arte, Nona arte, Omaggio a Elsa Morante, Arcipelago Procida) e l’istituzione di riconoscimenti anche per la poesia e per la narrativa per ragazzi.

In una delle due serate conclusive sul palco del complesso di Santa Margherita nuova c’è stato un focus speciale dedicato alla neonata sezione de “La Storia” coordinato dalla giornalista de “Il Corriere della Sera” Natascia Festa. Ad iscrivere per prima il suo nome nell’albo d’oro del Premio “Procida – Isola di Arturo – Elsa Morante” – sezione “La Storia” è stata Emma Giammattei, già direttore del Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università Suor Orsola Benincasa dove è stata tra i fondatori del primo dottorato di ricerca italiano dedicato all’integrazione tra scienze umane e nuove tecnologie. Il premio dedicato all’omonimo romanzo di Elsa Morante ed istituito come riconoscimento a coloro che abbiano messo la Storia al centro delle loro opere (dai romanzi ai saggi, dalle mostre alle indagini storiografiche) è stato conferito alla Giammattei per la curatela del libro “Discorsi di Oxford. Antistoricismo e difesa della Poesia” di Benedetto Croce (Treccani Editore).

Il magistero di Emma Giammattei nutrito di grandi maestri di filologia e storiografia si fa a sua volta strada maestra per muovere passi sicuri in questo tempo incerto, appiattito sull’eterno presente cui necessita più che mai la Storia come antidoto“. Questa la chiosa nelle motivazioni del Premio lette dalla giornalista Natascia Festa.

“L’Idea di partire dal grande romanzo di Elsa Morante (La Storia) per instaurare, nell’ambito di questo prestigioso riconoscimento a lei dedicato, una nuova sezione, nel raccordo fra Letteratura e Storia, fra creazione poetica e storicismo, è particolarmente felice, perché feconda di svolgimenti e variazioni. Ed è particolarmente significativo avere individuato nella figura e nell’opera di Benedetto Croce, il punto di riferimento di una questione di grandissima attualità ed urgenza: che cosa è rappresentare, che cosa è raccontare il passato, o quel singolare passato che si chiama presente. Così Emma Giammattei, membro del consiglio scientifico dell’Enciclopedia Treccani, ha voluto sottolineare il significato speciale del premio di cui è stata apripista a Procida.

“Il raccordo – o l’opposizione –  fra espressione artistica e elaborazione storiografica – ha evidenziato la Giammattei – trova la sintesi proprio nella celebre formula crociana secondo la quale ogni storia è sempre storia contemporanea e non c’è storia senza narrazione. Nel racconto sempre da riscrivere, per un destinatario attuale, si dissolve così anche il mito negativo di una Storia che tutto distrugge e di ogni infamia è colpevole. Come testimonia proprio il capolavoro vertiginoso di Elsa Morante, la colpa, l’ingiustizia, la ferocia, l’indifferenza per le vittime appartengono soltanto agli uomini nella loro concreta storia e geografia“.