A Tonino Verderosa l’ultimo saluto della sua Sant’Angelo dei Lombardi

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Era affollatissima stamattina la Cattedrale di Sant’Angelo dei Lombardi, nel mentre un silenzio irreale ha accolto la bara di Antonio Verderosa, Tonino per tutti, la cui morte ha gettato nello sconforto tante persone.
Del resto non erano poche le comunità intervenute al funerale.

Oltre quella familiare, con la moglie Elena, i tre figli e i tanti nipoti, c’era la comunità civile di Sant’Angelo – la sua Sant’Angelo – con il labaro listato a lutto, il sindaco Rosanna Repole e la giunta municipale, e anche quella dei paesi vicini, a cominciare dalla gente di Nusco.
Non meno numerosa era la comunità della MiVe, l’azienda fiore all’ occhiello dell’ imprenditoria irpina, con i dipendenti e i collaboratori di oggi e di ieri affranti dal dolore per la perdita del loro Presidente.

Tra le navate della chiesa santangiolese anche tanti gli imprenditori della provincia, con l’ex presidente Pino Bruno e l’attuale Emilio De Vizia, che dall’ambone della chiesa hanno speso parole di sincero cordoglio per l’amico scomparso.
Ben rappresentata anche la comunità amicale, di Avellino e oltre, rappresentata da Bruno Staglianò, l’amico di sempre, che a stento è riuscito a trattenere le lacrime davanti alla bara di Tonino.

Incisiva l’omelia dell’arcivescovo di Sant’Angelo, mons. Cascio, il quale ha attualizzato la pagina del Vangelo, calandola nella vita di Tonino uomo, padre e marito esemplare, imprenditore illuminato e soprattutto cristiano confidante della misericordia del Signore.

Il prelato santangiolese ha ricordato come il defunto sia riuscito a mostrare come si possa fare impresa e ricavare profitti senza rinunciare all’eticità e al rapporto di grande attenzione ai bisogni degli interlocutori.
Tutti, seduti tra i banchi o in piedi nelle navate, hanno ascoltato con grande attenzione l’omelia, sforzandosi di non farsi prendere dall’emozione. Pochi, in verità, ci sono riusciti.

Michele Vespasiano