Altavilla, violentata dall’amico di famiglia: l’Appello conferma la condanna per il 59enne

Confermata la pena di quattro anni e due mesi di reclusione, con riconoscimento di attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti.

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La Corte di Appello di Napoli ha confermato la condanna di un uomo di cinquantanove anni residente ad Altavilla Irpina, accusato di abuso sessuale su una  diciassetenne.

La sentenza, emessa dal Giudice del Tribunale di Avellino, Fabrizio Ciccone, è stata confermata dalla IV Sezione Penale della Corte di Appello di Napoli. La pena stabilita è di quattro anni e due mesi di reclusione, con riconoscimento di attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti. Inoltre, è stata disposta una provvisionale immediatamente esecutiva di 15mila euro per le parti civili, come richiesto dalla Procura e dalla difesa rappresentata dall’avvocato Veronica Preziosi.

A seguito della condanna, saranno attuate misure che prevedono l’allontanamento e la distanza obbligatoria dalla vittima e dai minori. Il legale dell’uomo, il penalista Alberico Villani, ha impugnato la sentenza. L’accusa si riferisce al presunto coercimento di una minorenne residente nell’hinterland avellinese a subire rapporti sessuali, con l’ultimo episodio risalente al 2 ottobre 2022.

Sembra che la 17enne, vittima dei presunti abusi sessuali, sia stata stordita con del sonnifero miscelato nel the’. Stessa sorte sarebbe stata riservata anche al papà. In quel caso il sonnifero sarebbe stato miscelato nel vino, poi versato dal 58enne. La ragazza ha raccontato agli inquirenti di ricordare che il 58enne – almeno in due occasioni nelle quali si è presentato presso la sua abitazione – aveva con sé una bottiglietta, priva di etichetta e non sigillata con del the. Bevanda che la ragazzina avrebbe bevuto prima di andare a dormire. Al mattino la minore si sarebbe risvegliata in un’occasione con gli abiti tagliati dopo aver subito violenza da parte del suo padrino di battesimo. Il 58enne insieme alla moglie erano legati da un vincolo di antica amicizia alla famiglia della minore. Tutta la vicenda è stata denunciata dai familiari della ragazza, che sono difesi dall’avvocato Veronica Preziosi e che si sono costituiti  parte civile nel processo.