Ariano si prepara a vivere il congresso diocesano, Melillo: riscopriamo l’arte dell’ospitalità

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Prenderà il via il 17 settembre per concludersi il 24 settembre il Congresso Eucaristico della diocesi di Ariano sul tema “Chiesa: casa ospitale dal profumo di pane”. “Un tempo di ascolto, confronto e soprattutto utile a ricentrare la vita personale e comunitaria intorno all’Eucarestia mistero di fede e di amore. Ad irradiare il nostro peregrinare, l’immagine dei discepoli di Emmaus  – scrive il vescovo Sergio Melillo nella lettera alla comunità di fedeli e presbiteri – che, guidati da una Parola viva e dinamica, che si rivela nella storia dell’umanità, ci ha condotti fin qui, in un tempo inquieto. Questo cammino si è contraddistinto da una sincera riflessione, nelle comunità, fra la nostra gente. Sul calar della sera, mentre il giorno cede il passo al tramonto e le “aspettative” umane sembrano smarrirsi, siamo chiamati a volgere lo sguardo in Alto e saper prendere il largo, proprio come insegna il Vangelo. I discepoli ci educano che non possiamo rimanere intrappolati nel deserto, ma dobbiamo agire hic et nunc; non possiamo cristallizzarci in schemi “pastorali” ormai datati. Non possiamo rimandare alla luce del giorno, perché è nella sera che il bisogno del prossimo diventa evidente; proprio quando quando chi non ha cibo, un tetto o un lavoro dignitoso diventa più visibile nella sua vulnerabilità”.

Melillo ricorda che “È fra le tenebre che noi credenti siamo chiamati a portare la luce del Risorto. Dietro una logica dell’indifferenza, Gesù insegna a donarsi, a “spezzarsi” – come pane – per l’altro, a condividere, in stile sinodale e fraterno. La comunità Eucaristica va oltre gli steccati delle parrocchie che, talvolta, tentano di imprigionare l’umano. Evitiamo il rischio di confinare nell’incompiutezza il sacramento dell’Eucarestia…Gesù sembra invitare a una trasformazione nell’approccio, dall’acquisire al condividere, dall’egoismo alla generosità, dalla divisione alla fraternità, nel donare la vita con scelte vocazionali”

Ad emergere la volontà du Gesù “di guidarci verso un modello di vita basato sul dono, piuttosto che sull’esigenze del “mercato”. Lo stesso atto di spezzare il pane e condividerlo, riflette la logica del donarsi. È questo lo stile che dobbiamo adottare nelle nostre parrocchie, nel presbiterio, nelle comunità religiose, nelle aggregazioni laicali, nelle famiglie, nella società”.

Un congresso che arriva al termine di un cammino di riflessione “Durante il triennio pastorale, nel cammino sinodale, ci siamo chiesti: con chi condividere il  nostro pane? Chi è il mio prossimo? Da tali quesiti abbiamo capito che il prossimo è il giovane in cerca di un’occupazione dignitosa, la persona che migra in cerca di un presente da vivere o l’ammalato che vuole offrire la sua testimonianza. Solo se cristiani autentici, possiamo vivere e cantare l’Alleluia della Pasqua, nella consapevolezza che nei momenti di fragilità la Grazia di Dio abita in noi. Cari fratelli e sorelle, educhiamoci all’arte dell’ospitalità, quella dell’attesa e della carità, riconoscendo che sono parte della nostra vocazione”

Melillo ricorda che  “Come Chiesa siamo una comunità “chiamata”, ciascuno di noi con le sue debolezze, limitazioni, ma anche desideri e talenti. Questa “vocazione” ci riguarda così come siamo, riconoscendo però che ciascuno ha un posto nel Cuore di Dio. In conclusione, riflettiamo sulla fede in Gesù Cristo che continua a farsi pane per noi e ci accompagna per sempre. Egli cammina con noi: il suo amore è presente per confortarci e asciugare le nostre lacrime”.

Di qui l’invito a “continuare il cammino da fratelli, abbracciando la compassione verso il prossimo e il profondo significato della comunione. Possa la grazia di Dio continuare a guidarci sulla strada irta ed entusiasmante dell’umano per annunciare il Vangelo e condividere il Pane di Vita”.