Arrestato medico carcere Avellino, la direttrice Romano: “Mi preoccupa che ci siano persone infedeli nell’istituto”

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“Ci preoccupa il fatto che ci siano persone infedeli all’interno dell’istituto penitenziario. Questa situazione  non è da sottovalutare”. Così la direttrice del carcere di Avellino, Rita Romano, ha commentato l’arresto, eseguito ieri , dalla squadra mobile di Avellino,  di un medico che lavorava presso la casa circondariale accusato  di portare ai detenuti hashish e telefonini.

A seguito di una  perquisizione personale, all’interno della borsa da medico, sono state rinvenute due confezioni di sigari, apparentemente sigillati, al cui interno però erano celati due panetti contenenti 98,25 grammi di hashish, nonché 4 mini telefoni cellulari con relativi cavi da destinare presumibilmente ai detenuti della Casa Circondariale. La Procura della Repubblica di Avellino, ieri,  ha convalidato l’arresto applicando la misura degli arresti domiciliari. 

“Tuttavia, vorrei sottolineare che sono appena entrata in questa posizione e non ho ancora ricevuto le indicazioni dalla mia collega, quindi sono ancora in fase di apprendimento. Anche se sono pienamente operativa, non ho gestito il passato e non sono responsabile- aggiunge la guida dell’istiuto irpino-  di ciò che è stato fatto prima – ha continuato la dirigente penitenziaria – la mia priorità sarà mappare chiaramente la situazione per identificare le azioni correttive necessarie. È evidente che c’è una grave carenza di personale, dovuta a defezioni e malattie, e questo sarà uno dei principali problemi da affrontare. Dobbiamo lavorare per motivare il personale e garantire che siano adeguatamente posizionati”.

“Quanto all’affermazione dei sindacati secondo cui il carcere è ‘in mano ai detenuti’, ritengo che sia una dichiarazione che i sindacati usano spesso per tutti gli istituti penitenziari. Tuttavia, se così fosse, non si sarebbero potute effettuare operazioni come quella dell’altro giorno. Il traffico di droga nelle carceri è un problema diffuso. Mi impegnerò- conclude la direttrice Romano –  al massimo per affrontarlo nel mio istituto, che sento già come mio. Metterò cuore e passione per migliorare la situazione e prevenirla. Quanto all’accusa di “carcere peggiore d’Italia” fatta da un sindacato, non la condivido assolutamente”