Avellino, “rivoluzione” degli uffici comunali, la Cisal: così cade un simbolo

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Decentramento degli uffici comunali di Avellino in vista del trasferitmento del Palazzo di città a palazzo De Peruta: sarà “una rivoluzione logistica”, come prevede il segretario provinciale Cisal Rsu del Comune, Paolo Sarno. Lo sarà perché tutti i settori verranno spostati dovunque sarà possibile trovare uno spazio.

«Cade così un simbolo della storia degli avellinesi», continua in una lunga lettera aperta il segretario, nota indirizzata al sindaco Giancluca Festa, ai consiglieri comunali e ai dipendenti.
Una storia che parte da quello che era l’antico orfanotrofio e passato per le tante vicende negli anni, fino al terremoto che lo ha raso completamente al suolo.
«Purtroppo la strategia di voler frammentare gli uffici e dividere il personale sembra che sia giunta- continua Sarno- nostro malgrado, nella sua fase di attuazione più avanzata e sarà impossibile tornare indietro se non faremo sentire la nostra voce».

Pollice verso da parte del sindacato anche sul metodo, senza cioè nessun confronto «né con il  personale né con il sindacato», e per le conseguenze che si potranno avere nell’attività amministrativa, solo considerando i disagi che i cittadini avranno nel ricercare questo o quell’ufficio.

«Questo ritorno al passato, insieme all’idea di creare una sede politico-istituzionale lontana dai propri apparati operativi e amministrativi, non potrà portare alcun valore aggiunto ai fini del miglioramento dei servizi, mentre l’idea storica di mettere insieme tutti gli uffici comunali in un unico edificio segnò una svolta per la città e suscitò unanime consenso».

Oltre ogni retorica, per Sarno «le grandi idee provengono da persone altrettanto grandi e un politico dovrebbe guardare ben al di là delle prossime elezioni».
Il segretario avverte: «Prima il confronto con i lavoratori, anche perché nel piano, calibrato sugli attuali dipendenti, mancano le circa 200 unità per compensare la dotazione organica del Comune. O forse si pensa di poter continuare a spremere gli attuali dipendenti e rinunciare ad un piano assunzione vero e per tutte le categorie di personale che al momento sono in sottorganico?».

Sarno chiede agli amministratori di considerare tutti questi aspetti, «perché le difficoltà che pioveranno sulle spalle dei lavoratori saranno tali da non riuscire più a fronteggiare quest’emergenza ormai strutturale e cronica, e non potrà più essere sostenuta con la buona volontà e lo sforzo di quanti fino ad oggi hanno consentito che la macchina amministrativa, logora e in affanno, non si fermasse».