“Basta usare l’Alto Calore come bancomat o posizione di rendita”

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«Dopo aver raggiunto l’agognato traguardo dell’affidamento, seppure in via temporanea, da parte della Regione Campania, l’Alto Calore Servizi nei prossimi mesi dovrà necessariamente strutturarsi per poter conseguire l’effettivo risanamento dei conti aziendali e, soprattutto, l’adeguamento agli standard fissati da Arera relativi alla qualità del Servizio erogato. Di contro, tuttavia, riscontriamo che l’Amministratore Unico di Alto Calore Servizi S.p.A , ha intrapreso un percorso di delegittimazione mediatica verso i dipendenti esterni al “cerchio magico”».

Sono le considerazioni che fanno le segreterie territoriali Filctem Cgil, Carmine De Maio, Ugl Chimici, Francesco Saccardo, Cisal Federenergia, Mario Barbarisi, e che sollevano una serie di questioni relativi al personale dipendente, «lo stesso dell’ultimo quinquennio», e su aspetti relativi a permessi, congedi, ricorsi, per dire che «le varie materie del contendere sindacale, come controlli GPS, attestazioni di presenza tramite rilevamento biometrico, possono essere facilmente superate redigendo un regolamento aziendale, attualmente assente, avendo però la forza di applicare le regole indistintamente all’intero personale».

Senza un regolamento, spiegano gli esponenti sindacali,  «si verificano pregiudizi nei confronti di dipendenti che lamentano disparità di trattamento di controllo presenze, flessibilità orarie e tragitti GPS verso coloro che sono esenti da qualsivoglia controllo. Solo a titolo di esempio: alcuni dipendenti sono autorizzati a “timbrare la presenza tramite il cellulare”, anche dalle proprie abitazioni, senza che siano chiare le necessità; a chi compete mettere fine a queste disparità e come mai non si è agito mentre si mandavano i famosi comunicati stampa?

Ricorrere a soluzioni estemporanee, come ad esempio trasferire del personale senza alcuna formazione specifica, come avvenuto di recente, non risolve il problema, anzi potrebbe addirittura amplificarlo, arrecando danni anche alle attività di altri settori aziendali da cui viene “prelevato” il personale da trasferire, secondo criteri, peraltro mai resi pubblici, che vengono elaborati nelle stanze dei diversi componenti lo staff dell’Amministratore unico».

Altro capitolo aperto da De Maio, Saccardo e Barbarisi, le progressioni di carriera. «Sarebbe opportuno che gli eventuali avanzamenti di inquadramento seguissero criteri quanto più possibile oggettivi e soprattutto uniformi, anche nell’ipotesi in cui gli avanzamenti stessi vengano disposti attraverso ricorsi ai Giudici del Lavoro o all’Ispettorato Territoriale del Lavoro.

Sembrerebbe, infatti, che le diverse sentenze e/o ordinanze seguano percorsi diversi: ad alcune viene data immediata attuazione, come è giusto che sia, mentre per altre sono seguiti percorsi diversi, non applicando quanto disposto dagli Enti preposti, con ricorsi ai vari gradi di giudizio innanzi a Tar, Consiglio di Stato, Corte di Cassazione.

Al riguardo si vuole rimarcare che non si comprende il motivo per cui queste delicate questioni non vengano seguite dal funzionario con la delega al Personale, così come la gestione relativa alle schede di lavoro recentemente introdotte».

L’obiettivo fondamentale, per i tre sindacalisti, è creare un clima di collaborazione «attraverso il varo di una riorganizzazione seria, funzionale e condivisa, in grado di vincere tutti i dubbi e le sfide che Alto Calore Servizi dovrà affrontare e vincere essendo stato nominato come gestore unico del Servizio idrico integrato.

La conseguenza di questa fondamentale carenza di giusta programmazione si traduce, purtroppo, nella emanazione di disposizioni di servizio disorganiche e molto spesso, a nostro avviso, di dubbia utilità, ispirate a situazioni di carattere personale, tant’è che alcune di queste sono state revocate o sospese nel giro di pochi giorni o addirittura di poche ore.

Ci auguriamo almeno che questi “pentimenti” derivino dalla presa di coscienza della loro “limitata efficacia” e non siano la conseguenza di pressioni esterne.

Non ultima, la richiesta di disponibilità a effettuare le letture per un periodo limitato, quindi senza risolvere definitivamente il problema, come più volte richiesto dagli scriventi.Intanto il tempo passa, e la più volte paventata privatizzazione del servizio idrico assume sempre più il carattere di “ultima spiaggia”, con buona pace dei tentativi di salvataggio elaborati da titolati consulenti e avallati, almeno formalmente, dai rappresentanti delle Istituzioni locali e regionali». L’auspicio è che la svolta possa avvenire al più presto, «secondo noi “possibile”, a tutela dei lavoratori, del servizio pubblico, dei cittadini e dei territori…Basta usare Alto Calore come bancomat o posizione di rendita, bisogna condividere ogni azione nel rispetto dei ruoli e lavorare tutti insieme, remare dalla stessa parte viste le tante difficolta che attendono la storica Azienda Alto Calore».