Carceri irpine, Osapp: “Ad Avellino ed Ariano Irpino non c’è giorno in cui non accada qualcosa di grave”

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“Assenza di direttori, amministrazione centrale e regionale che se ne infischiano dei problemi, l’organico è quello che è e i colleghi reagiscono mettendosi in malattia. Siamo qui per testimoniare e denunciare, non demorderemo mai rispetto a quello che è il ruolo della polizia penitenziaria”Cosìnil Segretario Generale OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria), Leo Beneduci ha aperto la conferenza tenuta mattina davanti la casa circondariale di Bellizzi Irpino per  denunciare  le criticità presenti in tutti gli istituti penitenziari della provincia di Avellino

“E’ la settima volta che vengo qui negli ultimi dieci anni, a dire sempre le stesse cose. Chi dovrebbe occuparsi del carcere non lo fa, lo fa solo chi il carcere lo vive e lo subisce in prima persona. Ad Avellino ed Ariano Irpino non c’è giorno in cui non accada qualcosa di grave. Lasciare che ci sia carenza di personale mentre i detenuti sono sempre il 60% in più rispetto alla capienza, vuol dire che c’è un problema culturale o di scelte politiche sbagliate. Dimentichiamo che il carcere in Italia è prodromico alla sicurezza dei cittadini. I detenuti prima o poi escono e, se il carcere per loro è scuola di delinquenza, se vanno ad alimentare le piazze di spaccio e di stupro, probabilmente qualcuno, oltre alla polizia penitenziaria, dovrebbe porsi il problema”.

Sul Gruppo Operativo Mobile che dovrebbe arrivare,nche alla casa circondariale di Avellino, Beneduci  lo ritiene un elemento positivo. “E’ sicuramente una presenza che potrà aiutare, ma resterà comunque una presenza temporanea, non potrà agire su una situazione consolidata: trascorso il mese di permanenza, riusciranno a mettere in atto le misure necessarie? Riusciranno a normalizzare una situazione come quella presente da anni ad Avellino, dove i detenuti addirittura hanno minacciato il personale di aprire i cancelli per andare a compiere spedizioni punitive nei confronti di altri detenuti? E’ questa la sicurezza del carcere? Queste persone quando torneranno nella società civile, come si comporteranno? Allora non è un problema di gruppi operativi mobili, ma siamo stati affetti da un buonismo immotivato nei confronti dei detenuti che vanno assolutamente divisi: i violenti non possono stare con i detenuti normali, altrimenti si entra in carcere da scippatori e si esce da rapinatori. Chi vuole pagare il proprio debito nei confronti della società va lasciato libero di farlo e non sotto l’influenza della criminalità”.

“Se l’amministarzione non fa nulla e se il sindacato non riesce ad arrivare dove deve perchè viene ignorato, il personale reagisce mettendosi in malattia – ha aggiunto il Segretario -. Il 50% del personale che si rivolge alle commissioni mediche ospedaliere per infermità che derivano da stress, o che riguardano in qualche modo la sfera psichica, sono poliziotti penitenziari. Non si vive e non si lavora in questo istituto, come negli altri, dove si sa a che ora si entra ma non si sa se si esce, dove non si hanno cambi neanche per andare in bagno”.