E’ stata una giornata speciale il 12 aprile a Castelfranci. Tutto è ruotato intorno al centenario Emilio Romano. Intensa funzione in chiesa con il parroco don Enzo, che lo ha definito “il nostro patriarca”, e con la benedizione del papa. E poi al comune alla presenza del Consiglio con un folto pubblico. Le parole accorate del sindaco dott. Cresta, a cui è stato sempre legato oltre che essere suo assistito, la partecipazione dell’onorevole Ricciardi, che ha portato anche gli auguri del Presidente della Camera, l’intervento del dott. Frullone, direttore sanitario a Sant’Angelo, e i rappresentanti delle associazioni che lo hanno omaggiato. Tutti hanno speso parole di simpatia e di ammirazione con evidente emozione.
A seguire grande festa in piazza con la banda, che lo ha accolto all’uscita dal municipio, un’esplosione di fuochi pirotecnici ad illuminare il cielo, un’abbondante cena e la musica del gruppo guidato dal maestro Michele Storti. Una torta enorme e buonissima a forma di cento ha reso ancora più dolce la serata. Emilio è stato accompagnato da due fratelli e una sorella, dai due figli, Federico e Antonio, dai nipoti e dall’affetto di tutta la comunità con rappresentanti anche dei paesi vicini, a partire da Montemarano con il sindaco Palmieri. Emilio, una figura esemplare. Lucido, arguto, saggio, ironico, disponibile. La sua famiglia è di origini umili, secondo di undici figli, giovanissimo in guerra, e fatto prigioniero, alcuni anni lavoratore stagionale in Svizzera, per vivere poi stabilmente nel suo amato borgo al fianco dell’adorata moglie Adelina, scomparsa nel 2010, e dei suoi familiari.
Quale il segreto di una così lunga vita? Certamente il mangiar sano e l’aria buona che caratterizzano i nostri territori ma dal suo dire sono emerse parole di grande efficacia e cariche di sentimenti. Sono gli affetti che lo hanno aiutato, l’amore assai forte di tutti i suoi cari, le serene relazioni con tutti. “Sono felice”, ha detto più volte, “e lo sono sempre stato, anche nei momenti più difficili” . Lo ha sorretto la fede. La preghiera gli ha dato una grande spinta. Ha invitato soprattutto i giovani a recuperare i valori autentici. Sottolinea che non si parla più nemmeno a tavola, catturati dalla televisione ed ancora di più dal telefonino, un suo cruccio.
“ Cercate di non morire”, afferma, a voler indicare un cammino terreno con la centralità dei rapporti umani, l’essenzialità e la semplicità di un sereno quotidiano, il recupero di una normalità ricca dei valori di sempre che hanno scandito le sue giornate. Un assaggio di tarantella da parte sua non poteva mancare e gli auguri al clarinetto del nipote Luigi hanno suggellato la serata. L’intensa manifestazione finisce ad ora tarda. La gioia e l’allegria hanno attraversato le ore, trascorse velocemente. Nel ricordo di ognuno resteranno il suo stile composto, la sua eleganza, il suo essere sempre ben curato, a cominciare dai capelli, ma soprattutto le sue parole, il suo percorso di vita, in cui ha donato tanto amore e sincera amicizia . La serata in suo onore gli ha donato e dimostrato sincero affetto che comunque aveva sempre ricevuto grazie alla sua bontà e alla sua simpatia.
Felice Santoro