C’era una volta in un paese lontano, dal valore della lettura alla forza delle radici nelle “Rimembranze nell’Irpinia del ‘900”

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Dal potere della lettura al valore della memoria nel segno della riscoperta dell’identità. E’ un progetto che guarda alle scuole con l’obiettivo di coinvolgere le nuove generazioni  “Italo Calvino: c’era una volta in un paese lontano: identità locali e appartenenze”, promosso dall’associazione Nuova dimensione in collaborazione con il Corriere dell’Irpinia e cofinanziato dalla Regione. Un progetto che sarà presentato anche a palazzo Santa Lucia e ha già riscosso notevole interesse da parte dell’assessore regionale Lucia Fortini. Questo pomeriggio all’Abbazia del Loreto il confronto, moderato dalla giornalista Marina D’Apice, per tracciare un primo bilancio. E la preside Angelina Aldorasi a sottolineare come il progetto nasce dalla consapevolezza della scarsa diffusione della lettura in Italia e dall’elevato tasso di abbandono scolastico con cui deve fare i conti il paese: “Di qui la necessità di un progetto che entri nelle scuole per proporre un differente modo di guardare alla lettura che è un alleato prezioso nella crescita dei ragazzi, poichè stimola l’immaginazione e consente di stabilire relazioni autentiche. Abbiamo scelto di partire dalle Fiabe di Calvino, nelle quali trovano spazio anche due storie irpine, ‘La gallina lavandaia’, ‘Cricche, Crocche Manico D’Incino”, per poi giungere al racconto dei grandi che hanno segnato la storia del territorio. Ci piacerebbe che alla lettura di queste fiabe seguisse anche una traduzione in dialetto irpino per consentire ai ragazzi di riappropriarsi delle radici”. E spiega come: “Solo se i genitori daranno l’esempio leggendo, anche i figli si appassioneranno alla lettura”. E ricorda l’attenzione rivolta dall’associazione ai bambini speciali con l’allestimento di biblioteche pensate per le esigenze dei piccoli ipovedenti. E proprio le biblioteche del territorio e le sale di lettura potrebbero accogliere nell’ambito del progetto incontri con gli autori.

A sottolineare il valore del progetto la dirigente dell’ufficio scolastico provinciale di Avellino Fiorella Pagliuca: “La scuola ha bisogno di una piccola rivoluzione, i docenti devono riuscire a mettersi in gioco per conquistare l’attenzione degli studenti in un tempo dominato dalle nuove tecnologie e dai social. E’ fondamentale riuscire a farsi ascoltare dai ragazzi e stabilire con loro una relazione umana. Oggi più che mai la scuola deve formare la persona, educare all’esercizio del pensiero. Di qui il ruolo cruciale della lettura”. Ricorda come sia fondamentale costruire una rete sui territori per valorizzare le risorse e si sofferma anche sull’educazione all’affettività proposta dal ministero “E’ importante che questo tipo di educazione entri in maniera trasversale nelle scuole, non può essere una materia scolastica, bisogna viverla, applicarla nel quotidiano”.

Mario Perrotti, ideatore del progetto, spiega come “L’idea nasce dalla consapevolezza del rischio di perdita del nostro passato. Penso alle fiabe e racconti legati alla tradizione orale che oggi sono finiti nel dimenticatoio. Tanti i testimoni che sono scomparsi, di qui la volontà di richiamare alla memoria la stagione del 900 irpino. Fondamentale è stato il sostegno del direttore Gianni Festa e del Corriere dell’irpinia”

Marco Perrotti, presidente di Nuova Dimensione,  ricorda come “Il progetto ‘Cera una volta in un paese lontano’, cofinanziato dalla Regione si affianca al percorso turistico ìI cammini di San Michele’ con l’obiettivo di valorizzare il territorio e le sue risorse”

In prima linea nel progetto i volontari del servizio civile nel tentativo di comprendere, attraverso la somministrazione di un questionario, quanto riesca a resistere oggi la lettura. Incoraggianti i dati che testimoniano come, malgrado i social, i libri conservino la loro forza anche tra le nuove generazioni. Il libro cartaceo resta il preferito dai lettori, mentre sono pochi coloro che amano utilizzare gli strumenti tecnologici per leggere. Quanto ai generi più amati, oer la fascia d’età tra i 10 e i 20 anni il tempo dedicato alla lettura è di mezz’ora, per i più grandi dai 21 anni in su, si dedica alla lettura anche un’ora. Dai 10 ai 20 anni non c’è un genere letterario prevalente, si legge di tutto, dai fumetti a poesia e romanzi, la fascia di età dai 21 ai 30 anni predilige i testi di fantascienza, dai 31 anni in poi prevalgono testi informativi sulla storia del territorio irpino mentre la casa resta il luogo privilegiato per la lettura.  E’ quindi Rosa Bianco a soffermarsi sul numero del Corriere dell’Irpinia diretto da Gianni Festa ‘Rimembranze dell’Irpinia’ che ricostruisce l’universo letterario e artistico del ‘900, da Giuseppe Marotta ad Aniello Russo, dalla poesia meridionalista a Mario Cesa, dalla chiesa di Avellino, dalla storia della scuola irpina all’informazione, a partire dal primo giornalista irpino, Francesco De Sanctis. Preziosa anche la testimonianza dell’insegnante Gilda D’Apice che ha posto l’accento sul valore dell’universo delle fiabe per avvicinare alla lettura i più piccoli.