Clan Pagnozzi: il Riesame conferma l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso

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 Il Tribunale della Libertà di Napoli ha confermato l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso nei confronti di tre presunti affiliati del Clan Pagnozzi, finiti in carcere nell’ambito del blitz dei Carabinieri del Comando Provinciale di Benevento e della Direzione Distrettuale Antimafia di Napol. Il ricorso, discusso dall’avvocato Valeria Verrusio a difesa del figlio del presunto boss Fiore Clemente, e del cognato è stato respinto dai magistrati della Decima Sezione del Tribunale del Riesame di Napoli.

Per quanto riguarda il presunto boss  Clemente Fiore, è stato riconosciuto colpevole del reato di concorso in un’estorsione. Tuttavia, per il figlio  è stata revocata la misura cautelare legata all’accusa di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio.

Le indagini hanno rivelato episodi di minacce gravi e violente, come l’assalto al cantiere di un’azienda a Dugenta il 30 luglio 2018, quando due individui su una motocicletta hanno intimato ai sei operai di abbandonare il cantiere, minacciando di aprire il fuoco. La ditta era coinvolta nella costruzione di infrastrutture ferroviarie. In un altro caso, una bomba è stata fatta esplodere il 29 agosto 2018, causando danni a un imprenditore coinvolto in un progetto di tre milioni di euro relativo alla rete fognaria a Moiano. Altre estorsioni hanno coinvolto un’impresa casertana operante a Moiano. Un ulteriore ordigno è stato fatto esplodere sulla Strada Statale Appia, nella zona di Santa Maria a Vico, danneggiando un negozio ancora in fase di allestimento.