Crisi Alta Irpinia, Vespucci: non lasciamo che si spenga un faro come il multisala Nuovo di Lioni

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E’ un vero allarme quello che lancia il dirigente scolastico Gerardo Vespucci sulla crisi che vive oggi l’Alta Irpinia. Una crisi che coinvolge anche le realtà socio-culturali, quelle che hanno rappresentato per anni baluardi del territorio, presidii di socialità e aggregazione “È da un poco di tempo che io e mia moglie – scrive Vespucci . ci siamo trovati solo in due al cinema e in qualche caso siamo tornati a casa senza la proiezione. Cosa sta succedendo? Eppure, Un altro ferragosto, di Virzì, come seguito di Ferie di agosto, si preannuncia come un film di successo! Sta succedendo qualcosa di profondo e tragico in Alta Irpinia, che si aggiunge alla crisi più generale delle sale cinematografiche in tutta Italia per non dire dell’intero Occidente. In pratica, la Multisala Cinema Nuovo di Lioni è nella condizione seria di ridurre la propria programmazione, col reale rischio di chiudere, in assenza di fatti nuovi e di reale controtendenza!”
“Si dovrebbe sicuramente riflettere seriamente ed autocriticamente – prosegue Vespucci – sul livello di degrado sociale che interessa i nostri territori, ma fatalisticamente si potrebbe anche prendere atto e far finta di nulla: del resto, anche il Cinema di Montella è stato chiuso, per non dire che in passato c’era anche un altro Cinema a Lioni, e che anche a Pescopagano c’era prima un Cinema ( Cinema Partini) e a Calitri ben due. Eppure!
Eppure, se dovesse accadere l’irreparabile, l’intera fisionomia del territorio ne verrebbe modificata ed impoverita”
Vespucci non dimentica come la storia del cinema Nuovo si intrecci a quella personale e a quella dell’Irpinia “Personalmente, a questo Cinema D’Amelio di Lioni mi legano momenti davvero importanti: erano i primi anni settanta, ed in una domenica di aprile, nella sala del Cinema, era prevista la presenza di Carlo Levi in una iniziativa del PCI di Avellino. Alcuni compagni di Sant’Andrea sarebbero venuti in auto; io decisi di andare con il pullman che il Partito aveva organizzato partendo da Sant’Andrea, da piazza Umberto I. Alla partenza eravamo in due: io e zio Lorenzo Russoniello ( il Commissario). Il viaggio prevedeva Calabritto, Caposele e Lioni: alla fine del giro eravamo in 4!! Arrivati davanti al cinema, che era nel centro storico, scoprimmo che Carlo Levi non sarebbe venuto: al suo posto un compagno della Federazione e Ciccio Quagliariello. Avevo 16 anni e credo che fosse la mia prima “manifestazione ” delle centinaia che mi attendevano con partenza in autobus!
Ancora il cinema D’Amelio: novembre 1980, un paio di giorni prima del terremoto.
Si proiettava Cramer contro Cramer: mia moglie aveva già la sua 126 e ci recammo a cinema ( io militare in licenza per malattia). Non eravamo in tanti: dietro di noi Rosetta D’Amelio con qualche altro compagno. Ci salutammo con una strana sensazione che qualcosa stesse finendo, ma non avremmo mai pensato alla tragedia che ci aspettava dopo due giorni!”
“Sono passati gli anni, ma nei primi anni novanta – prosegue Vespucci – ero arrivato al liceo scientifico di Caposele: non era una scuola normale di sicuro! Era una sezione staccata ( di Calitri prima – dal 1974 – e di Sant’Angelo dopo – dal 1996 – ) ma ci muovevamo con grande autonomia, grazie alla intelligenza dei presidi, Altieri prima e Marandino dopo. Fu così che ad un certo punto, sul finire degli anni 90 cominciammo a trasformare una assemblea di istituto in una visione di un film al cinema D’Amelio, ancora nella vecchia sede. Quando nel 2005 divenni vicepreside a Sant’Angelo, questa soluzione divenne strutturale e così decine di autobus si spostavano da Sant’Angelo verso Lioni. L’idea si diffuse in tutta la zona e per tutte le scuole, di ogni ordine e grado. Speravo tanto che almeno questa possibilità di lavoro e guadagno mettesse al riparo la struttura dalla generale caduta di presenza di spettatori in serata. Non so come fare per evitarlo, ma lasciare che si spenga anche questo faro di civiltà sarebbe l’ultimo errore imperdonabile che noi possiamo fare rendendo ancor più vana la nostra resistenza di oltre 40 anni!”
 A rincuorare tutti le parole di Alfonso D’Amelio, anima del Multisala Lioni, deciso a non arrendersi e mantenere viva la tradizione “Resisteremo ancora a questo momento non bello x il cinema e resteremo ancora aperti perché nostro padre Lillino cosi voleva sperando che ci sia un ritorno di spettatori e l’uscita tanti bei film che solo al CINEMA puoi vedere ed emozionare”