De Sanctis e la sfida della rinascita del Sud

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L’appello di Iermano, D’Amelio e Bianco: i giovani siano artefici del cambiamento

 

Sopite le polemiche sulla estromissione del Comitato nazionale dalle celebrazioni tenutesi in Senato, si conclude presso il Teatro Gesualdo di Avellino, all’indomani del convegno di Morra De Sanctis, la prima fase commemorativa dei duecento anni dalla nascita di Francesco De Sanctis. “Non un mero festeggiamento, ma un’occasione storica per riflettere sul Mezzogiorno e riconsiderare la modernità alla luce delle contraddizioni e delle ambiguità del mondo contemporaneo, con l’augurio che i giovani possano farsi artefici del cambiamento di un Mezzogiorno ancora arretrato, dominato da classi dirigenti spesso incolte e da un’opinione pubblica stanca.” Queste le parole del professore Toni Iermano, presidente del Comitato scientifico nazionale per le celebrazioni del Bicentenario, che ha sottolineato la necessità di perpetuare il pensiero desanctisiano, la sua perenne tensione tra l’ideale e la prassi, e far capire alle classi dirigenti che, per governare, le idee non bastano se non sono suffragate da moralità e passione. “Direi ai politici nostrani -ha continuato l’on. Gerardo Bianco, presidente del Comitato nazionale per le celebrazioni, – di leggere De Sanctis, perché ho l’impressione che lo abbiano fatto in pochi. Con Mancini e Settembrini fece parte della grande intellettualità napoletana collegata al pensiero europeo e all’idea della nazione unita intesa non nel senso del nazionalismo, ma della capacità di diffusione della cultura e della civiltà. Questa è la prima di una serie di iniziative che terremo ad Avellino in onore del grande irpino e che speriamo di concludere con la presenza del Presidente della Repubblica.” Anche Rosetta D’Amelio, presidente del Consiglio Regionale della Campania, ha voluto rimarcare il valore dell’eredità desanctisiana, fatta di impegno culturale e passione civile, alla luce dell’attuale momento storico che registra un progressivo scollamento tra la politica e i problemi delle persone. Riallacciandosi al concetto desanctisiano di democrazia, che non prescindeva dall’aiuto alle classi più bisognose e meno istruite, ha colto l’occasione per ricordare l’impegno del politico irpino per la infrastrutturazione del nostro territorio, a partire dalla volontà di istituire la tratta Avellino-Rocchetta S. Antonio nell’anno 1879. La ferrovia, oggi riattivata a fini turistici grazie all’interessamento della Regione che ha stanziato 15 milioni di euro in vista dell’elettrificazione di tutta la linea, servirà a rilanciare lo sviluppo delle aree interne, collegandole al porto di Salerno nel segno della continuità con l’impegno di De Sanctis. Ha concluso i lavori il professore Iermano con una lectio magistralis incentrata su un’opera del tardo De Sanctis, ‘La Giovinezza’, dettata alla nipote Agnese negli ultimi anni di vita per ricordare la sua infanzia e la sua formazione, fortemente segnata dall’ incontro con Giacomo Leopardi, cui deve l’elaborazione del concetto del ‘limite’, ai tempi della Scuola di Vico Bisi.”Il punto di orizzonte, il limite -precisa Iermano- è per De Sanctis l’estensione del nostro Infinito. Avere il senso del limite significa aprirsi al mondo, andare oltre il limite. La frase scelta come titolo del convegno, ‘La gioventù non ubbidisce a nessuno…ubbidisce solo a sé stessa’, indica la strada da seguire oggi come allora, quando nel 1848 De Sanctis condusse sulle barricate i propri studenti, pronti a morire pur di sentirsi liberi. Nelle tasche portavano i ‘Canti’ del Leopardi perché avevano sete di cambiamento. Allo stesso modo i nostri ragazzi devono combattere l’ancien regime che si forma in ciascuno di noi, abbattendo le bastiglie che ci portiamo dentro attraverso lo studio, che è conoscenza e libertà. Perché la gioventù che si ribella non invecchia mai.”  A fare gli onori di casa, il delegato alle politiche culturali del Comune di Avellino, Bruno Gambardella, che ha accolto una nutrita rappresentanza di studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore ’De Sanctis’ e del Liceo Convitto nazionale ‘Colletta’ di Avellino.