Dimensionamento scuole, dalla tappa ad Ariano al confronto con l’assessore Fortini, Trunfio: la Regione tuteli le aree interne

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Una proposta unitaria sul piano di dimensionamento scolastico che non penalizzi le aree interne. E’ quanto emerso dai tavoli con dirigenti scolastici, sindacati e amministratori promossi dalla Provincia e dal suo delegato, il dirigente scolastico e sindaco di Villamaina Nicola Trunfio che ha fatto tappa nei giorni scorsi ad Ariano. Un ciclo di incontri conclusosi questa mattina con il confronto con l’assessore regionale Lucia Fortini. E’ il vicesindaco di Ariano Grazia Vallone a sottolineare come “I nuovi parametri introdotti dal governo per il dimensionamento ci penalizzano fortemente. In ballo c’è la qualità dell’offerta formativa che passa per i direttori dei servizi amministrativi e i dirigenti scolastici”.

A rischio il 25% delle istituzioni scolastiche del territorio che potrebbero perdere l’autonomia ed essere accorpati ad altri istituti. Si chiede con forza la revisione dei parametri stabiliti dal governo che potrebbero avere effetti sul piano di razionalizzazione scolastico già dal prossimo anno e dal 2023-24. E’ il preside Trunfio a spiegare come “Abbiamo promosso una serie di incontri per confrontarci con il territorio, in attesa di quelli che saranno i tavoli tecnici. Abbiamo incontrato i sindacati, i dirigenti scolastici e sindaci dei diversi ambiti del territorio, dalla città al serinese, dal baianese ad Alta Irpinia, Ufita e Arianese. Questa mattina il confronto con l’assessore Fortini al quale abbiamo presentato una sintesi delle istanze volte a turelare la specificità delle aree interne. Abbiamo chiesto la quantificazione del parametro in deroga che esisteva nei precedenti  finanziarie e garantiva la sopravvivenza degli istituti nelle aree montane, un parametro pari a 400 dal 2011 e abbassato dalla Finanzaria del 2021 a 300 alunni.  La nuova Finanziaria parla di 900 alunni come numero minimo per salvare l’autonomia di un istituto, al tempo stesso definisce una generica volontà di tenere conto delle specificità dele zone montane ma non fissa una soglia in maniera chiara. Abbiamo chiesto all’assessore Fortini che non scatti una guerra tra i poveri, tra aree montane, scarsamente popolate e aree urbane più densamente popolate ma caratterizzate da altre forme di disagio e che sia la Regione a definire il parametro relativo a quella che dovrà essere la soglia minima  in area montana. Chiediamo anche chiarezza sui comuni montani se è vero che, se si tiene conto dell’altitudine media dei territori e non dell’indice di sviluppo socioeconomico, comuni di Frigento non sono considerate aree montane. Chiediamo  tutela per le aree interne caratterizzate da una costante emigrazione e scarsa densità demografica, nei nostri territori perdiamo il 10% di alunni ogni 5 anni,  vogliamo la certezza che le esigenze delle aree interne saranno salvaguardate. Due i possibili scenari – spiega Trunfio – quello più auspicabile si potrà configurare se la Regione vincerà il ricorso alla corte costituzionale contro la revisione dei parametri fissati dalla finanziaria. In questo caso avremmo una revisione dell’impianto normativo con piccoli ritocchi a scuole troppo sottodimensionate. Il secondo scenario è quello più drammatico, se non sarà definita una parametrazione congrua, rischiamo di perdere nel prossimo triennio 120 presidenze, 25 delle quali in Irpinia. Ci batteremo perchè le aree interne non paghino il prezzo di questa riforma, nè va della nostra sopravvivenza. Penso a un istituto come l’onnicomprensivo di Lacedonia, è stato uno dei primi istituti magistrali fondati da De Sanctis, riferimento per studenti convittori della Puglia e della Basilicata,  oggi  l’istituto deve fare i conti con lo spopolamento progressivo di Lacedonia ed è ridotto sotto la soglia sopravvivenza del nuovo decreto. Ma non possiamo chiedere un ulteriore sacrificio a chi è già stato penalizzato, ecco  perchè chiediamo alla Regione di tutelarci, garantendoci un salvagente, evitando tagli indiscriminati”. Trunfio chiarisce che “Per totalizzare 900 alunni nelle aree interne ci vogliono 10 paesi, in un’area urbana ci vogliono due scuole, magari a 300 metri di distanza. Non è tollerabile, ad esempio, che una dirigenza scolastica sia spalmata su 6 sette comuni. Domandiamo alla Regione che gli eventuali accorpamenti siano realizzati sulla base del principio dell’aggregabilità effettiva di altre istituzioni in area geografica contigua, nel raggio massimo di 20 Km, tenendo conto della conformazione geografica dekke aree interne e della percorribilità delle arterie nei mesi invernali. Non si possono pregiudicare i livelli essenziali dalle prestazioni, in aree già condizionate dal territorio. Se tagliamo ancora servizi nei nostri territori, ci saranno ulteriori partenze e condanneremo ulteriormente l’Irpinia”.

Intanto, si attende l’esito del ricorso alla Corte costituzionale della Regione presentato insieme ad altre regioni come l’Emilia Romagna e la Toscana riguardo al dimensionamento delle scuole: la decisione finale spetterà al Ministero dell’Istruzione entro la fine di giugno. La maggior parte delle fusioni (70%) si concentrerà nel Mezzogiorno, in particolare Campania, Sicilia, Calabria, Puglia, Sardegna. La Campania sarebbe tra le regioni più colpite (146) seguita da Sicilia (109), Calabria (79), Puglia (66), Sardegna (45) e Lazio (37).