Diritti delle donne, Cgil:”Il lavoro fattore discriminante in Irpinia”

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I diritti delle donne all’epoca dei conflitti” al centro dell’evento della Cgil, che si  è svolto oggi ad Avellino, nel complesso culturale ex Carcere Borbonico. L’iniziativa si inserisce nel percorso verso il 25 novembre, la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne .

“In tutte le classifiche internazionali l’Italia si pone- afferma la segretaria nazionale Lara Ghiglione –  agli ultimi posti  rispetto alla condizione  delle donne  e alla partecipazione nel mercato del lavoro. Questo tema, per noi come sindacato è fondamentale, non solo, per promuovere la piena partecipazione  delle donne alla  vita economica,  politica e  sociale del Paese.  Ma anche per emanciparle da situazioni di violenza e molestie, che sono temi, purtroppo molto  attuali. Perciò abbiamo elaborato a livello nazionale  con tutte le categorie  una piattaforma di genere   sulla contrattazione che riteniamo  lo strumento  migliore  per  migliorare la vita delle donne sia nel lavoro che nella vita”.

“L ‘elemento discriminante  è – afferma il segretario  provinciale della Cgil Franco  Fiordellisi-  proprio il lavoro in Irpinia dove non c’è  per le donne e per i giovani e che crea queste discriminazioni di genere.  Il Pnrr doveva essere strumento capace di aiutare il Sud  e l’Irpinia a superare questo gap ed invece ancora si deve  capire  come vada utilizzato.  Intanto da come si evince ancora una volta  il Sud sarà  penalizzato e di conseguenza anche l’Irpinia”.

Una fotografia nitida dei diritti delle donne  e delle sue criticità  quella tracciata dalla senatrice del m5s Alessandra Maiorino.” +Parallelamente alla difficoltà dell’entrata e della permanenza nel mondo del lavoro, c’è un dato allarmante che riguarda l’Italia, che è- sottolinea  la componente della commissione  parlamentare  d’inchiesta femminicidi –  quello del lavoro di cura non retribuito, che ricade ancora per il 65% sulle spalle delle donne, contro una media europea circa del 30%. Anche la dipendenza economica, quindi la non indipendenza e autonomia economica delle donne italiane, è altissima rispetto alla media europea, parliamo del 22% rispetto al 5% della Germania. C’è un lavoro enorme da fare nel mondo del lavoro e dei diritti delle donne nel mondo del lavoro qui in Italia, purtroppo sembra che si stia andando indietro piuttosto che andare avanti”.

Permane il problema è anche delle molestie sulle donne, sono sempre in aumento i numeri in Campania, in Italia, ma anche in Irpinia. “Noi come CGL riteniamo – sottolinea  Alessandra Tommasini  responsabile  Pari Opportunità Sic nazionale – che il problema delle molestie e della violenza delle donne sia nei luoghi di lavoro, ma anche nella vita quotidiana, sia un’emergenza, ma di natura strutturale. Quindi va affrontato l’approccio attraverso il quale noi dobbiamo contrastare questo fenomeno e quello di eradicare le motivazioni fondanti. Cioè noi stiamo parlando di una cultura prettamente patriarcale, che rilega le donne in determinati ruoli specifici della nostra società, che non hanno molto spesso la possibilità di accedere facilmente al mondo del lavoro. Quando lo fanno, lo fanno con delle formule precarie e questo ovviamente, la loro mancanza di dipendenza dal punto di vista economico e lavorativo molto spesso è un fattore che le pone in quella condizione di debolezza e nella quale loro subiscono queste molestie e le violenze. Purtroppo abbiamo visto che soprattutto in estate è stata un’estate orribile, tracciata da eventi di cronaca realmente molto preoccupanti, perché non soltanto l’età delle vittime, ma anche di carnifici è molto bassa, quindi questo vuol dire che in qualche modo c’è un aspetto di natura culturale che va gestito e al quale praticamente noi dobbiamo rivolgere fondamentalmente la nostra attenzione per poter dare centralità al ruolo delle donne all’interno della nostra società”.

Il dato sugli episodi di violenza sulle donne registra un netto aumento a livello nazionale, ma anche a livello locale. “Non c’è dubbio, sì, l’ho detto, noi abbiamo assistito in estate a degli eventi di cronaca, che sono di una brutalità e di una violenza straordinaria e lo sono non soltanto per la tipologia di reato, ma anche perché le parti coinvolte, come dicevo prima, sia le vittime che gli esecutori del reato sono sostanzialmente delle persone di un’età molto giovane e questo ci fa comprendere che in Italia probabilmente il reale problema è il fatto che tutte le parti, le istituzioni, il sindacato, le parti datoriali, in qualche modo- conclude Tommasini – devono lavorare di concerto affinché quella cultura della sopraffazione venga in qualche modo totalmente eliminata e noi riteniamo che questo per esempio si possa fare partendo anche dalla obbligatorietà di questi insegnamenti, di corsi di affettività, di corsi di rispetto delle differenze, anche a partire dalle scuole di ogni ordine e grado”.