Elezioni in Sardegna, se alla fine tutti si dicono vincenti

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di Virgilio Iandiorio

Dai commenti dei risultati delle elezioni in Sardegna fatti dai protagonisti della politica nazionale si evince che nessun partito in competizione è perdente. In una partita di calcio c’è sempre una squadra che vince e una che perde, anche quando il risultato dovesse essere pari. Nelle nostre competizioni elettorali tutti risultano vincenti. Tutti alla fine sono contenti del risultato. Anche una sconfitta è ben accetta, se risulta inferiore a quella che si temeva alla vigilia.

Un antico proverbio dice che una scienza incomprensibile, e un tesoro nascosto, non portano nessuna utilità. E nessuna utilità si ricava: “ Pertanto, quando il retore che non conosce il bene e il male inizia a persuadere una città che si trova nelle sue stesse condizioni, facendo non l’elogio dell’ombra dell’asino come se fosse del cavallo, ma l’elogio del male come se fosse il bene, e presa dimestichezza con le opinioni della gente la persuade a operare il male anziché il bene, quale frutto credi che mieterà in seguito la retorica da quello che ha seminato? (Platone, Fedro)

E oggi, se sostituiamo il sostantivo “retore” con quello di politico, possiamo in modo diretto, e non mediato, rilevare i danni provocati dai comizianti di credenze false e illusorie. E Platone avverte: “Un’autentica arte del dire senza il tocco della verità, non esiste né esisterà mai”.