European Depression Day, consapevolezza sul male oscuro

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Nel 2030, secondo uno studio dell’Oms, la depressione sarà la patologia più diffusa nel mondo. In Italia intanto colpisce 4,5 milioni di persone, più della metà delle quali sono donne. In occasione della quindicesima edizione dell’“European Depression Day”, giornata informativa sulle malattie depressive e dell’umore, con il patrocinio del Ministero della Salute, si è svolta domenica presso il Circolo della Stampa di Avellino una conferenza sull’argomento dell’anno: “Luce sul male oscuro – Depressione e pregiudizi”. Un evento che nasce con lo scopo di tracciare un primo importante passo verso una piena divulgazione, che porti a dare informazioni corrette sulla natura della malattia depressiva e sui disturbi dell’umore in genere. Lo psichiatra Francesco Franza ha aperto il dibattito parlando dei fattori di rischio e dei campanelli d’allarme da tenere presenti, al fine di prevenire lo stato depressivo. La depressione – ha spiegato Franza parafrasando Montanelli – è una malattia democratica, nel senso che può colpire in qualsiasi fascia d’età e può colpire chiunque, al di là della condizione economica, sociale e familiare. Se le previsioni per il futuro non sono positive, la buona notizia è che la depressione è una malattia dalla quale si può guarire.  Il secondo intervento è stato del Prof. Pasquale Areniello che ha parlato della depressione nell’arte e nella letteratura, illustrando le opere del Maestro Giuseppe Rubicco dedicate proprio al disturbo depressivo: «La depressione è una gabbia, ma con la porta sempre aperta». Infine, il seminario si è concluso con la relazione del Dott. Vincenzo Fiore (ricercatore del Progetto Internazionale Cioran), che si è soffermato sul caso specifico di Emil Cioran, filosofo affetto da una «depressione creativa». Il pensatore romeno – come spiega Fiore nel suo saggio edito da Nulla Die Edizioni – non ha mai elaborato dottrine o fondato scuole di pensiero, la sua filosofia e la sua attività di scrittura sono da intendersi piuttosto come delle pratiche auto-terapeutiche volte alla sopportazione dell’esistenza e della propria condizione.