Forino, Perna: “Scuola, pagina infelice per la nostra comunità”

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Non ha avuto, l’amministrazione comunale, la forza, la sostanza e forse neanche la
volontà, di sostenere non la centralità, come alcuni immaginano, ma l’unità almeno
nella scuola locale. Non esisterà più l’Istituto Comprensivo che univa i due comuni
che anticamente erano un solo corpo: Forino e Contrada… Dopo il ridimensionamento
scolastico in corso, studiato da altri livelli istituzionali e pensato da quei geni
al governo di Roma, l’unità era ancora possibile, auspicabile, persino sostenuta da entrambe le amministrazioni di Forino e Contrada fino a poche settimane fa. Gli atti amministrativi sono stati fatti da tutte le parti in causa, Contrada, Forino, scuola locale compresa, per prendere posizione, ma si sa che gli atti da soli non bastano, non sono sufficienti, non servono se non sono supportati da un disegno politico. Quel che è mancata a Forino è appunto l’autorevolezza politica, lo spessore politico, la dialettica politica. È mancata la politica, insomma. O forse non c’è mai stata…Poi la politica, quella di palazzo però,[ ] la reggi solo se hai una visione politica. Una forza politica. Altrimenti ti schiacciano, ti usano e ti spolpano finché servi. E nel frattempo? La tua gente soccombe alle necessità. Perché di questo si tratta… Contrada ha lavorato per un altra strada,che sicuramente non condivido, ma rispetto. Non sono bastate le intenzioni dei nostri. Ci vogliono gli attributi politici per sedersi a un tavolo e fare prevalere una tesi piuttosto che un’altra. È evidente che questa cosa è mancata a Forino… Possiamo, se vogliamo, dare la colpa all’amministrazione di Contrada per presunto abbandono del campo, ma sarebbe ingiusto attribuire alle scelte di altri il nostro fallimento. Totale direi, perché non riguarda solo l’epilogo triste, ma un insieme di decisioni mai prese, visioni mancate o inesistenti, priorità stravolte e credibilità zero. Proprio a cominciare dalla scuola… Partendo da non molto lontano é evidente il fallimento a Forino. Più evidente ancora è l’abbandono istituzionale della scuola di Forino. La pochezza dell’importanza data ad essa si percepisce su tutti i fronti. Zero strategia, zero visione. Solo mere imbiancate alle pareti e promesse date a bere. Per non parlare dell’inesistenza della presenza Amministrativa rispetto ai rapporti tra Comune, scuola e cittadini. La scuola non è questo. Non si gioca col futuro dei bambini e dei ragazzi. Già il fatto di trascurare l’ipotesi di inserire in quel di Petruro l’idea del nido per
recuperare un pezzo di comunità lasciato a se stessa, per preferire un palazzone ex
Municipio da adattare al caso, rende l’idea di cosa stiamo parlando…
Chiudere un plesso di infanzia per fare dei lavori di riqualificazione e spostare le
quattro sezioni in un plesso di Primaria… Aule tolte alle esigenze dei ragazzi più grandi e adattate per quelli più piccoli. Ci sta’ nell’emergenza. Lo ammetto… Ma per quanto tempo? Sarà lunga la cosa, credeteci. Pur di mettere qualche migliaiata di euro su un edificio di cinquant’anni si scavalcano le esigenze vere della gente… Ma tanto basta che si fa! Poi a chi importa se fra dieci anni stiamo punto e a capo e l’edificio ne avrà sessanta. Ma non vi è sfiorata l’idea di abbattere e ricostruire? E i soldi non ci sono! Sono pochi. Peccato che comuni molto più piccoli di Forino siano precipitati in milionate di euro del PNRR. E noi? Nessuno ci ha spinto in questa montagna di soldi da spendere? Siamo proprio sfortunati!… Poi ci sono i ragazzi più grandi, quelli delle medie… Ma pure sti benedetti ragazzi devono fare attività motorie? Certo che si! Quelli del fare hanno pure speso dei soldi per rimettere in sesto una palestra. Solo che ora è chiusa, interdetta ai ragazzi. La scuola ne ha proibito l’uso con tanto di motivazioni sulla sicurezza. Ha rimandato la palla al padrone di casa. E magari il padrone di casa ha pensato di mettere mano a quelle cose? Ma figurati! Loro sono quelli del fare. Se la scuola non vuole usare la palestra per le sue attività, la diamo alle associazioni per farci le attività e le manifestazioni. Sacrosanto direi. Dinamizza la comunità. Ebbene, prima le associazioni già lo facevano insieme alla scuola… I ragazzi devono sbavare vedendo altri utilizzare un posto costruito per loro. Hanno perso l’esclusiva.
Lo jus, diceva mia nonna. Ma la domanda sorge spontanea: ma se nero su bianco la scuola in una nota elenca i motivi che costituiscono pericoli, questi pericoli valgono per i ragazzi che vanno a scuola e non per tutti gli altri? E le responsabilità? Ma il pericolo non c’è più se la palestra la usano in deroga le associazioni ? E vabbè, faranno attenzione! L’importante é che la scuola non usa la palestra. É pericoloso… Questo e altro ancora potrebbe essere detto, ma il paradigma sarebbe identico per ogni questione, dal dissesto idrogeologico alla questione ambientale, dal PUC alle relazioni Istituzionali intercomunali, dalla viabilità al decoro urbano. E poi lo sport, il sociale, la storia e la memoria. E a proposito di quest’ultima cosa mi preme sottolineare come la scoperta di due Partigiani forinesi abbia mosso la partecipazione solo di un quarto dei membri del gruppo di maggioranza consiliare a condividerne la memoria… Fatevi la domanda e datevi la risposta… Ma quando non si capisce perché si fa una cosa, quale scopo si ha, quale visione o quale orizzonte, non è preferibile fermarsi e ammettere che è meglio fare altro? Ormai si è capito che non state sulle questioni, che la situazione è sfuggita di mano, sulla scuola e su tutte le altre cose… Fra poco è Natale e mi piace pensare che l’Avvento che lo precede accompagni tutti alla consapevolezza di dove vogliamo arrivare. Non c’è niente di personale in queste considerazioni. Tanto è vero che, proprio per rimanere nel merito delle questioni e non sul fatto personale, ad esempio ieri mia figlia ha deciso di cucinare. Sa fare bene i dolci ma per il resto è negata. Ha insistito che voleva preparare il pranzo e alla fine lo ha fatto. Ma ahimè ha fatto un disastro. Volendo bene a mia figlia più di me stesso, le ho detto: “ Tesoro, ti voglio bene, non ne faccio una questione personale, ma non è cosa tua. Lascia perdere e concentrati dove sei più efficiente. Casomai studia e un giorno farai bene anche questo o avrai la consapevolezza che non fa per te. Ma mo’ leva mano, che nunn’è cosa toja, come diceva nonno Federico”.