I capricci dello sceriffo

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Non si può far passare sotto silenzio l’indecente, anzi scandaloso, stanziamento da parte del governatore della Campania De Luca della stratosferica somma di tre milioni di euro per le luminarie natalizie nella sua città, Salerno. Somiglia più al "panem et circenses" degli antichi imperatori romani o al munifico capriccio di un satrapo orientale, che non alle decisioni politiche di un eletto a capo di una regione in forti difficoltà economiche. E ripropone tutti i dubbi e le perplessità che nascono dai regimi sottoposti al volere dell’uomo solo al comando. Con evidente riferimento al sindaco di Napoli De Magistris – che aveva stigmatizzato la cosa affermando che "tre milioni…sono troppi..De Luca deve comprendere che i fondi europei non sono i fondi di Vincenzo De Luca"- lo sceriffo ha replicato con l’eleganza (si fa per dire!) che gli è propria, peraltro abbondantemente propagandata da Crozza! Anche se la scelta regionale non ha suscitato proteste adeguate, una somma così esorbitante per una installazione dichiaratamente temporanea, destinata a durare solo un paio di mesi, sembra davvero sproporzionata, anzi spropositata! Essa stride ancora di più se confrontata con i pochissimi soldi destinati dallo sceriffo- governatore per il turismo in altre zone, davvero periferiche ( a proposito, sarà un caso che, nel rivendicare le iniziative sostenute dalla Regione in tutte le altre province, non ha neppure citato Avellino e l’Irpinia?)
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Comunque, "Vicienzo a’ funtana" (precedente nomigliolo salernitano di quello che sarebbe poi diventato per tutti "lo sceriffo") per una volta è stato sfortunato, almeno sui tempi! Infatti, mentre da palazzo S.Lucia trapelavano le prime indiscrezioni su questo clamoroso sperpero di soldi pubblici a fini elettoralistici, sono arrivate altre notizie che non hanno certo messo in buona luce la decisione del governatore. Come ha riportato Il Quotidiano, in Campania sono stati monitorati 533 edifici scolastici, frequentati da oltre 121 mila studenti. Ebbene, "iI 59 % delle scuole necessita di interventi di manutenzione urgente. Il 90 %si trova in aree a rischio sismico, ma solo il 19,8 % degli edifici sono costruiti con criteri antisismici". Numeri impressionanti, anche alla luce degli eventi dell’Italia centrale! Essi fanno emergere quanta distanza vi sia tra le vere necessità della gente e la irresponsabile spensieratezza clientelare dello sceriffo!
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Questa incredibile vicenda ci interroga anche su quello che può succedere in tutti i regimi in cui c’è un solo uomo al comando. Una tendenza che purtroppo sembra prendere sempre più piede. Fin dagli anni novanta, le scadenti élite politiche del nostro Paese hanno perseguito – con successo, purtroppo – il disegno di sottrarre quanto più terreno possibile a noi elettori. Con il pretesto dell’efficienza e della rapidità, hanno archiviato il modello assembleare, basato sugli organismi collegiali. E hanno così mandato in cantina l’unico criterio compatibile davvero con la democrazia, cioè la rappresentanza in funzione dei voti ricevuti. A livello comunale la titolarità della maggior parte delle competenze, che prima era dei consigli, é stata attribuita alle giunte. Esse, ormai, sono formate in gran parte da elementi non votati da nessuno. Privi perciò di una autonoma legittimazione democratica. Nominati però dal sindaco eletto che, considerato anche il ruolo irrilevante delle opposizioni, è ormai un quasi-podestà!
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A livello regionale, il governatore – titolare di un enorme potere di decisione e di ricatto politico – per la debolezza dei partiti nomina gli assessori tra i suoi amici privati e il suo personale di fiducia. E può tranquillamente mandarli a casa quando non si dimostrino obbedienti ai suoi voleri. Sono magari dei validi professionisti, ma politicamente ed elettoralmente hanno una forza come quella del due a briscola. Sfido chiunque a ricordarsi il nome di qualcuno degli attuali assessori regionali! Questa deriva ha privato progressivamente noi cittadini dei nostri diritti, a cominciare dalle province. La parola d’ordine sembra essere che gli elettori non debbono votare più. Così la casta politica può nominare i propri valvassini, valvassori e galoppini ai posti di comando! E ora si vorrebbe continuare così anche ad altri livelli… Ma che razza di democrazia è ?Con la scusa di una maggiore rapidità, si sottrae al popolo sovrano il diritto di scegliere i propri rappresentanti!
edito dal Quotidiano del Sud