I disturbi dell’alimentazione: dall’anoressia all’Arfid

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di Francesca Finelli

Continuare a «fare rumore» contro i disturbi dell’Alimentazione e della Nutrizione è necessario. Il 15 marzo,  si è celebrata la 13^  Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata alla sensibilizzazione e alla consapevolezza sui disturbi Alimentari, dove oggi tra i giovanissimi, le richieste di aiuto sono drammaticamente in crescita specialmente  dopo il Covid. Per milioni di giovani nel mondo, il corpo e il cibo sono vissuti come un’ossessione, tant’è che i Disturbi dell’ Alimentazione costituiscono ormai una vera e propria epidemia sociale.
I dati attuali sono sconcertanti con un aumento del 20% annuo tra i giovani di età tra i 10 e 13 anni.  Nel 2023 i nuovi casi diagnosticati sono arrivati a quota 1,6 milioni (erano 680mila nel 2019) con un numero complessivo di persone colpite superiore a tre milioni (era di 300mila nei primi anni 2000). Ogni anno nella popolazione femminile della Campania si registrano circa 240 nuovi casi di anoressia nervosa e 360 nuovi casi di bulimia nervosa.
Si tratta di una delle più frequenti cause di disabilità nei giovani e sono gravati da un rischio significativo di mortalità, dopo gli incidenti stradali. Rifiuto del cibo o, al contrario, grandi abbuffate restano i problemi più frequenti tra i giovani adolescenti.
Ma un altro dato preoccupante è invece l’aumento di casi ARFID, un disturbo alimentare molto serio, determinato da una tenace selettività alimentare prolungata nel tempo. I soggetti ARFID, fanno parte dal 2013 dei quadri clinici di disturbo alimentare e sono in aumento.
Le stime dell’Osservatorio Pollicino dicono che dal 2021 a oggi, i casi di anoressie prepuberali – ovvero riscontrate tra i 10/11 anni – sono aumentate del 30% e includono gravi problematiche relative all’immagine corporea. Riguardo invece ai casi DNA (Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (anginofobia, fagofobia, emetofobia, selettività, iperfagia, sovrappeso) e ARFID, la crescita relativa alla fascia d’età fra i 4 e i 10 anni è stata addirittura del 63%. Trasversalmente sono aumentati anche i casi di vigoressia, un disturbo alimentare prevalentemente maschile, che riguarda l’ossessione per la forma e la passione per i muscoli.
Ne soffrono ragazzi che in maniera ossessiva si dedicano a un’alimentazione particolare e a un’attività motoria maniacale, utilizzano integratori e fanno interventi per aumentare la massa muscolare, fino a restringere sempre di più la loro quotidianità.
Anche l’obesità infantile costituisce un fenomeno attuale e in espansione: oggi un bambino italiano su tre è in sovrappeso e uno su sette francamente obeso. L’aumento dell’obesità infantile costituisce esso stesso un fattore di rischio per lo sviluppo precoce di un DCA. Inoltre, molte pre-adolescenti femmine seguono diete dimagranti anche “fai da te”, comportamento ritenuto, in conformità a studi scientifici, facilitante lo sviluppo di patologie alimentari.
In conclusione, è quindi molto importante non sottovalutare l’influenza che le nuove mode alimentari e i nuovi standard di bellezza possono avere su adolescenti particolarmente fragili che, in una fascia d’età critica, in cui è attivo il processo di formazione della propria identità, corrono il rischio di subire un certo fascino rispetto al controllo del peso e della propria immagine corporea.
Tutto ciò può trasformarsi prima in ossessione e, successivamente, in patologia vera e propria, se non trattate tempestivamente e adeguatamente. La patologia alimentare, se sviluppata in un periodo critico come l’adolescenza, tende a cronicizzarsi velocemente, diventando l’unica via per il controllo di sé stessi e del proprio corpo, nonché unico modo per stare al mondo e nel mondo senza angoscia e sofferenza.