IIA, Fismic: “Dal Mimit notizie poco confortanti sul futuro dell’azienda ”

Zaolino: "Prende sempre più piede il progetto di una privatizzazione al cento per cento che consentirebbe l'abbandono e l'uscita di scena del socio industriale Leonardo”

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Valle Ufita. Non sarebbero confortanti le notizie che giungono da via Molise, dal ministero del Mimit, in merito ad Industria Italiana Autobus. Lo porta a conoscenza, in un comunicato stampa, la segreteria provinciale della Fismic- Confsal, che questa mattina ha convocato una riunione delle tute blu, guidate dal proprio rsu in fabbrica Giovanni Garofano. Secondo Fismic ci sarebbero “complicazioni in arrivo “.

Per questo, il futuro della fabbrica di valle Ufita risulterebbe più che incerto. Come si è venuto a sapere da ambienti politici romani. Una situazione di”galleggiamento-dice il segretario provinciale di quel sindacato, Giuseppe Zaolino-dei debiti accumulati che sta portando ad una privatizzazione senza prospettive”. Prende sempre più piede il progetto, mai messo da parte dai vari cda succedutisi in questi ultimi tempi, di”una privatizzazione al cento per cento che consentirebbe l’abbandono e l’uscita di scena del socio industriale Leonardo”. La Fismic, evidentemente anche gli altri sindacati, se si dovesse andare in quella direzione sarà “determinata ad opporsi per far cambiare idea al governo Meloni”. Perché, sottolinea Zaolino, una decisione del genere sarebbe, non solo,”un abbandono del made in Italy ma, sopratutto, un tradimento verso il Sud”.

Quindi lancia un forte appello a”parlamentari, ai sindaci e agli amministratori della valle dell’Ufita” per evitare un altro scippo dopo quello della piattaforma logistica. Se non si lavorera’, tutti insieme, per salvare Industria Italiana Autobus si potrebbe consumare”una speculazione industriale con possibili licenziamenti e forti riduzioni del personale”. La Fismic, inoltre, crede in una partecipazione, alla prossima convocazione al Mimit,”di tutti gli amministratori locali e di partiti politici per assumersi fette di responsabilità insieme ai lavoratori di Flumeri e Bologna e tutte le organizzazioni sindacali”.

Giancarlo Vitale