IIA: futuro sospeso, tra speranze e preoccupazioni dei lavoratori

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Valle Ufita. A poco più di una settimana dall’incontro con i vertici dello stabilimento e quelli ministeriali, previsto per il prossimo tre settembre,  la situazione dalle parti di Industria Italiana Autobus è ancora in bilico.

Se il nuovo ad, Giancarlo Schisano, ha assicurato che il mese in cui si apre una nuova stagione, sperando che non sia quella di un ennesimo autunno caldo,  sarà quello in cui si presenterà il piano di rilancio dell’unica fabbrica italiana in cui nascono gli autobus, le tute blu di valle Ufita continuano ad essere dubbiose.  Nonostante la speranza di una nuova,  e definitiva ripresa del lavoro, non li abbandoni. E tra speranze e preoccupazioni, sono queste ultime a prendere il sopravvento.

L’ ultima è quella, sottolineata dalla segreteria provinciale della Fismic Confsal in un comunicato,”dei possibili tagli ministeriali che il governo Meloni si accingerebbe a praticare per il varo della legge finanziaria”. Secondo il sindacato nel prossimo incontro, che si terrà nella Capitale, al Mimit, ci potrebbero essere “amare sorprese”. Per trovarsi, poi, in una situazione che volgerebbe al peggio:”disastrosa e di difficile soluzione”.

Intanto le parti sociali saranno chiamate dal titolare del Mimit, Urso, dopo che Schisano,  l’amministratore delegato di IIA, saprà cosa ne pensano, del piano di rilancio, i soci pubblici( Invitalia e Leonardo, ndr.). Mentre la Fismic ha organizzato una riunione con un gruppo di lavoratori, guidati dall’rsu Giovanni Garofano,  per definire la posizione del sindacato il cui segretario provinciale è Giuseppe Zaolino.

Che aggiunge:”Nessuno pensi di far pagare, agli operai, il prezzo dell’ incapacità dimostrata in questi anni dal gruppo dirigente di IIA”. E chiede che sia fatta”chiarezza” su tutto: anche degli “oltre 200 mila euro pagati a dirigenti inadatti che hanno responsabilità di aver portato la società sull’ orlo del fallimento “. Ribadisce, la Fismic provinciale, al nuovo ad,”l’ invito a mantenere la società in mano pubblica” in modo da” evitare svendita e privatizzazioni forzate”. Per assistere ad una ripartenza”concreta”. E con una” regolare produzione”. Il che significa,per Zaolino,”almeno due autobus al giorno”. Un’ altra preoccupazione del sindacato è quella che i vertici di Industria Italiana Autobus possano presentare un piano in cui” la produzione si farà all’estero”. Specificatamente in Turchia. Per lo stabilimento flumerese non resterebbe altro che la cassa integrazione.” Il nostro NO- conclude la Fismic- insieme a tutto il sindacato irpino sarà netto. E senza sconti.”

Giancarlo Vitale