IIA, le segreterie nazionali sindacali scrivono al Mimit e chiedono in incontro

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Valle Ufita. Non sarebbe solo Leonardo a preparare l’uscita dal pacchetto degli azionisti di Industria Italiana Autobus. Lo seguirebbe anche Invitalia e sarebbe, per certi versi, come dichiarare la chiusura dello stabilimento, unico in Italia, in cui si lavorano gli autobus per il servizio pubblico locale. Resterebbe, infatti, la sola Karsan, azienda turca, con il suo 24 per cento delle azioni, mentre le altre due costituiscono insieme il 69 per cento del totale. Si discute su chi possa essere il possibile nuovo socio.

E proprio ieri mattina, le segreterie provinciali di Fiom, Uilm e Fismic hanno annunciato che sono in corso trattative tra Leonardo ed il gruppo casertano dei fratelli Civitillo. Ed un accordo si raggiungerà nel giro di quindici giorni. Qualcosa era nell’aria ma, adesso, le preoccupazioni per le tute blu dello stabilimento di valle Ufita si fanno più forti. Ma l’azienda casertana, che produce accumulatori e batterie, non convince, per niente, operai e sindacati. Intanto perché, in Irpinia, della Seri non si ha una buona opinione e un buon ricordo: dal 2019 ad oggi ha licenziato i lavoratori in due sue aziende.

Una, nel nucleo industriale di Pianodardine, è stata chiusa a seguito di un devastante incendio e, poi, alla Mp Sud di Calitri, ventisette gli operai licenziati. Per questo i sindacati che dicono:”Non sono certamente imprenditori ma fanno soltanto attività finanziarie e speculative” sono pronti a scendere in sciopero. Intanto questa mattina, in un comunicato stampa delle tre segreterie nazionali, alle quali ai sono aggiunte  Fim Cisl e Ugl, hanno raccolto le proprie preoccupazioni e perplessità. E chiedono di essere ricevuti al ministero delle Infrastrutture e del Made in Italy. E proprio ai palazzi romani si rivolgono.”A fronte delle notizie di questi ultimi giorni-scrivono-relative a futuri assetti societari di Industria Italiana Autobus, richiediamo una immediata convocazione al tavolo di crisi del Mimit”.

Ritengono, contestualmente,” indispensabile che la parte pubblica rimanga all’interno della società” e per questo contrasteranno, quando si dovesse parlare di eventuali soci privati,”ogni soluzione che non preveda un interlocutore industriale serio, con un piano solido”. Ribadiscono, quindi, che altre soluzioni,”non saranno accettate”. Soprattutto non saranno graditi”soggetti interessati esclusivamente a speculazioni finanziarie”. E ad inizio della prossima settimana, lunedì 15 gennaio, assemblea allo stabilimento di valle Ufita.