Il festival Laceno d’oro ricorda il regista Cantet: un cinema politico che raccontava i conflitti del nostro tempo

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E’ il festival Laceno d’oro a rendere omaggio al regista francese Laurent Cantet, scomparso all’eta’ di 63 anni dopo una lunga malattia. Un regista d’impegno, capace di raccontare come pochi i fenomeni sociali del nostro tempo in pellicole come ‘Risorse umane’, ‘Verso il Sud’ o ‘La Classe’ con cui aveva vinto la Palma d’oro a Cannes. Nel 2008 aveva ricevuto al teatro Partenio il premio Camillo Marino alla carriera, folgorando tutti con il suo sguardo acuto e sensibile

“Quando nel 2008 – si legge nella nota del Laceno d’oro – venne ad Avellino per ritirare il Premio Camillo Marino alla Carriera, Laurent Cantet aveva da pochi mesi vinto la Palma d’Oro a Cannes con il fantastico Entre les murs (La classe). Ma già da alcuni anni ci colpiva e ci “smascherava”, con i suoi film lucidi, quasi senza via di scampo: Les Sanguinaires, Risorse umane, A tempo pieno, Verso il Sud. Sì, con la sua gentilezza e i suoi modi silenziosi, dava l’impressione di una persona pacata. Eppure il suo cinema è percorso da tensioni profondissime. Parte da una prospettiva politica, per mettere a fuoco i termini di una condanna esistenziale: il lavoro dipendente trasformato in dipendenza dal lavoro, la schiavitù di uno spazio e di un tempo regolamentati, l’impasse della ripetizione e il senso di vuoto. Il che si traduce sempre in un conflitto: tra classi sociali, generazioni, razze, culture, linguaggi. Ma soprattutto conflitti interiori profondi: tra la percezione netta della solitudine e di un’insoddisfazione, di una “morte dei sentimenti”, e il bisogno di immaginare e inventare uno spazio utopico di libera espressione. Sì, era un regista rigoroso e coraggioso Laurent Cantet. Per questo, come dimostrano anche gli ultimi anni, è rimasto sempre ai margini del sistema, delle mode e delle convenienze dell’industria culturale e della “bolla” del cinema d’autore. Ci mancherà”

Commosso anche l’omaggio dello scrittore Franco Festa: “Lo ricordo mentre assisteva al suo film in piedi, appoggiato al muro del corridoio, nel buio della sala. E ricordo il suo sorriso quando un applauso grandissimo si sollevò alla fine. Un regista che ci ha insegnato la verità, una perdita troppo grande”.
“Cio’ che piu’ mi e’ rimasta impressa – spiega Bianca Maria Palladino dello Zia Lidia – quando venne a presentare La Classe e’ la personalita’ di Cantet. Serio, rigoroso, attento ai fenomeni sociali. Peccato averlo perso”