Il monito contro la crisi

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Una delle attese più diffuse, all’inizio di questo nuovo anno, è la nomina del nuovo Vescovo di Avellino. In una situazione di sfiducia e di paura, come quella che stiamo vivendo attualmente, anche all’interno della nostra comunità provinciale, la figura del Pastore diocesano è fondamentale. La storia degli ultimi decenni ci insegna che la crisi della politica, la disoccupazione non solo giovanile, la solitudine degli anziani, la sfiducia dei giovani, la sempre più avvertita mancanza di figure di riferimento politico di alta statura. Non dimentichiamo i nostri migliori politici che ci hanno rappresentato autorevolmente sul piano nazionale in momenti drammatici come il sisma del 1980 – hanno generato la polarizzazione della nostra domanda di rappresentanza non solo cristiana verso il Vescovo della nostra diocesi. Probabilmente questo itinerario di ricerca lo avvertiamo solo in coincidenza del rinnovo dell’incarico episcopale diocesano. È una esigenza questa che diventa ancora più pregnante se non dimentichiamo lo straordinario momento di rinnovamento ecclesiale di Papa Francesco, a partire dalla centralità del laicato cattolico nell’attuale momento globale di crisi. Il discorso del Papa sui laici racchiude l’intero discorso sulla Chiesa come popolo di Dio in cammino lungo sentieri quotidiani sempre più sdrucciolevoli per le nuove e vecchie emergenze. Quindi laici non come categoria secondo l’abituale e vecchia visione clericale di chiesa docente e chiesa discende. Nella lettera al cardinale Oullet del marzo 2016 sul ruolo dei laici Papa Francesco afferma che «è l’ora dei laici» precisando che l’orologio della storia nella Chiesa, da troppo tempo, si è fermato sulla visione clericale del laico. Ancora più interessante diventa il discorso di Francesco sulla élite laicale – sempre nella lettera citata – «abbiamo generato una élite laicale credendo che sono laici solo quelli che lavorano in cose "dei preti" e abbiamo dimenticato, trascurandolo, il credente che molte volte brucia la sua speranza nella lotta quotidiana per vivere la fede». Con questi nuovi e straordinari orizzonti pastorali, culturali e sociali dovrà misurarsi il nuovo Vescovo, prendendo atto che nella nostra diocesi c’è un laicato cattolico adulto, nella fede e nella sua responsabilità di cittadinanza attiva nella costruzione, paziente e quotidiana, del bene comune. La crisi senza fine che stiamo attraversando non solo come crisi economica e sociale, ma come crisi esistenziale, valoriale e di totale mancanza percettiva di senso e di direzione umana e spirituale: la famiglia, la parrocchia, la scuola, la politica, l’associazionismo stanno terribilmente all’interno di questa crisi. Il monito di fine anno del Presidente della Repubblica Mattarella sul concetto di comunità, da mettere in cantiere e quotidianamente, per costruire il tanto declinato bene comune, presuppone il rinnovamento dell’etica dei doveri per sostenere la indispensabile cura e promozione del connettivo valoriale che alimenta, conferisce forma e sostanza all’intero tessuto comunitario. Il nuovo anno sarà il banco di prova per tutti: comunità civile, chiesa locale, forze sociali, rappresentanti istituzionali ai vari livelli, chiunque vive momenti relazionali di responsabilità.
edito dal Quotidiano del Sud