Il Pd, le bande e l’unità 

0
1968

Martina, segretario precario del Pd, partecipando ieri alla Festa del partito, in corso a Telese, ha lanciato un forte appello a dirigenti e iscritti affinché ritrovino l’unità perduta. Questo suo dire ha raggiunto il governatore De Luca e l’ex sottosegretario De Caro. Va detto che costoro sono tra i primi responsabili dello sfascio del Pd in Campania. De Luca, non da ora, è molto lontano dalla politica del Pd. Egli è infatti contestato per i suoi metodi di governo che gestisce in proprio. Anche in vista delle future elezioni regionali. Lo fa tessendo una rete di rapporti sui territori nella quale trovano spazio ex di tutto, trasformisti incalliti, sudditi in cerca di benefici da ottenere, raramente qualche personaggio eccellente. Non è proprio una novità. Chi ha memoria non dimentica, infatti, che fu proprio questa armata Brancaleone a consentirgli il successo per la presidenza della giunta regionale. Si tratta molto spesso di gruppuscoli senza identità, e talvolta senza pudore, che a lui fanno riferimento attraverso la fitta rete di potere che egli ha costruito sui territori con decine di nomine, per lo più clientelari. Che dire poi di Del Basso De Caro. Poco amato nel Sannio egli grazie ad autorevoli eredità di illustri personaggi irpini è riuscito ad imbarcare, insieme a poche persone rispettabili, il peggio degli esponenti locali del Pd che si muovono nel segno dell’opportunismo e del becero clientelismo. Ha costruito la sua banda che si contrappone alle altre bande che stanno distruggendo un’idea di politica e di partito. Le alleanze cambiano da minuto in minuto e il trasformismo mette insieme ambizioni che lacerano un impegno unitario. Lo specchio di questo sfascio è evidente nelle scelte che il partito (?) è chiamato a fare per la prossima indicazione del candidato presidente alla Provincia.
Ogni capobanda ha il suo candidato e la segreteria provinciale del Pd, anche questa precaria, non riesce a fare sintesi. Per uscire da questa situazione difficile è stata interessata la segreteria nazionale del partito, con in testa Martina, chiedendo un intervento decisivo per approdare ad una tregua. Soprattutto per non disperdere quel consenso che il Pd ha ormai in misura estremamente ridotta. Ma Martina non risponde, preferisce, come ha fatto ieri, tenersi lontano dalle vicende locali. Come dire: si scannino tra di loro. Per tentare una sintesi e indicare un percorso di responsabilità l’ex senatore di Avellino Enzo De Luca ha lanciato, nel corso di un forum presso il nostro giornale, una proposta. Poiché la politica non si fa in tribunale egli ha proposto il ritiro del ricorso presentato contro il giovane segretario in carica e la convocazione di un’assemblea aperta, anche ai non iscritti, ma vicini al centrosinistra, per ricomporre l’unità perduta. Sarà l’assemblea a scegliere il candidato presidente e a convocare il congresso con regole condivise. Anche in vista delle elezioni amministrative del 2019 che si svolgeranno in oltre 40 Comuni irpini. E’ una proposta, altre si potrebbero aggiungere. Certo è che la situazione di stallo che vive il Pd in Irpinia fa comodo solo a chi preferisce una distruttiva opera di balcanizzazione. Mentre invece il dialogo e il confronto aiutano la riflessione e pongono la base di una seria ripresa del Pd. Naturalmente Martina permettendo.

di Gianni Festa edito dal Quotidiano del Sud