Il Sud sotto il cielo di Sorrento

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E poi? Dopo la sfilata sotto il sole di Sorrento con i ripetuti proclami dei vertici sulla rinascita del Mezzogiorno, come si procederà per recuperare i ritardi? Sono state dette tante cose, ma tante altre sono state eluse. Solo Mario Draghi, in verità, ha affrontato la questione meridionale senza fare sconti a nessuno. Soprattutto a quella classe dirigente che condanna il Mezzogiorno ad essere fanalino di coda. Quanto ai pregiudizi che accompagnano la malasorte meridionale il premier ha ragione solo in parte. Essi nascono da un’immagine che le classi dirigenti del Sud consegnano al mondo. Intanto parlano i fatti. E i fatti dicono che l’occasione del Pnrr nel Mezzogiorno già accusa notevoli ritardi. I Comuni non hanno bene inteso la portata di questo provvedimento. Si comportano come un assetato che, dopo lunga sete, si disseta al primo fontanino che incontrano. I progetti presentati spesso non vanno oltre il campanile. Il più delle volte riguardano opere da decenni incomplete, senza avere una visione globale del territorio da infrastrutturare. Le risorse umane capaci di elaborare disegni di sviluppo sono assenti. La sfida dell’innovazione non può essere fatta con una mentalità retriva e con mezzi ormai obsoleti. I giovani competenti sono tenuti ai margini, non rientrando in quel circuito poco virtuoso che coniuga occupazione uguale a clientelismo. Nell’inondazione delle parole sotto il cielo di Sorrento è stata elusa, o in qualche caso solo accennata, la questione criminale. Poco è stato detto. Essa nel Mezzogiorno si presenta, e non da oggi, come uno stato parallelo che agisce con criteri moderni e manageriali per accaparrarsi risorse nazionali ed europee. Le cronache quotidiane offrono netta la complicità politica-malaffare. E questo non è certo un pregiudizio. Se di novità si può parlare nel dopo Sorrento è la visione del ruolo che il Mezzogiorno può avere nel futuro. Lo sguardo verso l’Africa e le sue risorse energetiche, Carfagna ci crede. Non basta. Occorre un nuovo protagonismo della classe dirigente meridionale, basato su competenza, visione e volontà.

di Gianni Festa