Il tempo delle donne

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Una festa, un film, una data storica. Il prossimo otto marzo è la festa della donna, nei cinema esce “le suffragette” che racconta la lotta delle donne, delle femministe inglesi nel 1912-’13 per ottenere il diritto di voto, quel suffragio universale che arriverà in Gran Bretagna solo nel 1928. Devono passare 18 anni perché quel diritto arrivi anche nel nostro paese. Esattamente il 10 marzo del 1946 le donne italiane votano per la prima volta nelle elezioni amministrative che si tengono in alcuni comuni. Un diritto concesso loro con un decreto legislativo entrato in vigore un anno prima, il 2 febbraio del 1945, e varato dal secondo governo Bonomi, su proposta del leader comunista Palmiro Togliatti e di quello democristiano Alcide De Gasperi che forse vanno oltre le intenzioni dei loro rispettivi partiti. Un altro decreto introduce il diritto all’elettorato passivo. Si aprono dunque le porte del Parlamento ma prima delle elezioni del ’48 un gruppo di donne viene eletto all’Assemblea Costituente. Alcune sono giovanissime come la partigiana comunista Teresa Mattei. Il 2 giugno del ’46 la cruciale scelta del referendum tra Repubblica e Monarchia. In molti prevedono una partecipazione delle donne molto ridotta ed invece Tina Anselmi, la prima donna a fare il ministro, ricorda “le italiane, fin dalle prime elezioni, parteciparono in numero maggiore degli uomini, spazzando via le tante paure di chi temeva che fosse rischioso dare a noi il diritto di voto perché non eravamo sufficientemente emancipate. Il tempo delle donne è stato sempre un enigma per gli uomini. E tuttora vedo con dispiacere che per noi gli esami non sono ancora finiti. Come se essere maschio fosse un lasciapassare per la consapevolezza democratica”. Quell’Italia che esce a pezzi dalla seconda guerra mondiale ha il volto di Anna Magnani protagonista nel ’45 di “Roma città aperta” e nel ’47 dell’”Onorevole Angelina”. La storia di una donna capopopolo. Quando c’è qualcosa che non va nel suo quartiere lei è in prima fila. Alla fine la convincono anche a buttarsi in politica ma va a finire male. Anna Magnani vincerà l’Oscar nel 1956 come migliore attrice per il film “La rosa tatuata”. E’ la prima italiana nella storia a vincere la prestigiosa statuetta. Nel film la Magnani interpreta Serafina Delle Rose. Una donna emigrata dalla Sicilia che vive in Lousiana. La Magnani è l’immagine simbolo di un paese che uscito dal dopoguerra si affretta a lasciarsi alle spalle la povertà per correre verso il boom economico. In questo contesto arriva dopo anni di battaglie la conquista del voto molto più tardi però rispetto alle donne europee e statunitensi. Una battaglia che parte tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei e degli Stati Uniti. Per le donne italiane i traguardi da conquistare arriveranno negli anni successivi al 1946. E’ del 1950 la legge sul congedo di maternità mentre solo nel 1960 le donne vengono ammesse a tutte le professioni e nel 1963 possono entrare in magistratura. Sarà fondamentale il ruolo delle donne nel referendum sul divorzio nel 1974 e in quello del 1981 per abrogare la legge sull’aborto. Una serie di lotte e di conquiste non solo italiane ma mondiali. Oggi una delle personalità più influenti a livello globale è Angela Merkel che guida da undici anni la Germania. Negli Stati Uniti Hillary Clinton potrebbe diventare la prima Presidente donna americana. Negli anni ’80 a dominare la scena politica è stata Margaret Thatcher, primo ministro inglese, che amava dire: “in politica se vuoi che qualcosa venga detto, chiedi ad un uomo. Se vuoi che qualcosa venga fatto, chiedi ad una donna”.
edito dal Quotidiano del Sud