Non dimentica la tragedia del popolo afgano il vescovo Arturo Aiello nella messa dell’Assunta celebrata sul sagrato della cattedrale di Avellino, sotto gli occhi della Vergine esposta in piazza. Ricorda come “Kabul ha paura che non ci saranno più aquiloni pronti a volare. Dopo venti anni di sperperi di armi ci sono ancora popoli oppressi per i quali il domani è difficile da coniugare”. Ed è proprio il domani la chiave della riflessione del vescovo Aiello “Il 15 agosto ci consegna un domani oltre la morte ed è proprio il domani che ci dà la forza di vivere il presente, di andare avanti, è la fiducia nel domani che ci consente di attaccarci alla vita. Quell’attaccamento alla vita che vediamo soprattutto negli anziani, nella loro capacità di ritualizzare la vita”. E loda il coraggio delle donne, “vere e proprie sacerdotesse del corpo”. Cita Bellamore di De Gregori, “Bellamore non mi lasciare”, che diventa preghiera rivolta alla Vergine e invita i fedeli a farsi lune per lasciarsi illuminare dalla luce di Dio. La processione non c’è ma quella messa sul sagrato della cattedrale si fa preghiera collettiva, espressione autentica dell’essenza del Ferragosto avellinese
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