La crisi dei 5 Stelle e il governo

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La crisi dei 5stelle, che appare irreversibile, si è ufficializzata con le dimissioni di Di Maio da Capo politico ed il passaggio al reggente Crimi fino ai prossimi Stati generali, che dovrebbero svolgersi entro il mese di aprile. Le ambiguità, però, restano tutte e, a nostro avviso, sono la causa principale dello sfarinamento del partito/movimento che è passato dal 32,6% (primo partito in Italia), alle elezioni politiche del 2018, al 4,7% alle regionali dell’Emilia Romagna dal 27,5% che aveva precedentemente e al 6,3% a quelle della Calabria dove aveva il 43,4%. I sondaggi in campo nazionale lo danno al 14%. E’ una caduta libera e la fuga di deputati e senatori ne è un ulteriore simbolo anche se continuano a votare la fiducia al Governo Conte per non andare a casa.

Di Maio ha rivendicato i risultati ottenuti (reddito di cittadinanza, quota 100, riduzione del numero dei parlamentari, abolizione dei vitalizi e della prescrizione) ed è rimasto fermo, in attesa di riconquistare il partito(?), sulla equidistanza del movimento dalle destre e dalle sinistre, anche se ritiene giusto rimanere al governo, dove rappresenta ancora la forza maggiore, per imporre il suo programma. Di allearsi sul territorio con il PD neanche a parlarne. Crimi è sulle stesse posizioni e nel movimenti ci sono i favorevoli all’alleanza con il PD (da Grillo a Fitto) e quelli contrari (Di Battista e l’ex Paragone). Il movimento, mai diventato partito, non può fare opposizione e stare al governo senza accettare il sistema di alleanze e trovare convergenze, non avendo la maggioranza assoluta, né può perseguire la strategia degli slogan per fare le riforme che, come si è visto, non paga. Il M5S vuole una legge elettorale proporzionale senza sciogliere i suoi nodi interni se stare a destra, con Salvini e la Meloni (dove ha pagato un prezzo altissimo!) o con il PD di Zingaretti che  ha  rivendicato una alleanza costruttiva e non subalterna, non dimenticando che i valori costitutivi del movimento rappresentati dalle 5 stelle (Acqua pubblica, Ambiente eco-sostenibile, trasporti pubblici, connettività -scambio di dati- sviluppo, maggiore giustizia sociale) sono comuni ai due partiti e molti elettori dei 5stelle vengono dal PD.  Per fare le riforme bisogna costruire un sistema di alleanze e non intestarsele a suo merito. Queste, poi, sono complesse e difficili nonché osteggiate da coloro che ne hanno nocumento.

Da soli non si va da nessuna parte. I vitalizi sono in discussione ed il Senato si appresta a ripristinarli come farà la Camera dei deputati; sulla Tav e sull’Ilva ha dovuto fare marcia indietro, come finirà per fare sulla revoca delle concessioni delle autostrade; sulla prescrizione è battaglia anche se, a nostro parere, è giusta, ma andrebbe completata con ulteriori e decisive misure per ridurre i tempi dei processi senza badare alle proteste delle camere penali e dei potenti. Queste cose il M5S non le può fare da solo e deve fare i conti anche con gli alleati e soprattutto con Renzi che continua a scalpitare e a votare la prescrizione con le destre e sulla revoca delle concessioni autostradali ai Benetton, si oppone fermamente. Infine le riforme che incidono sullo sviluppo sono altre e ben più complesse: lo sfoltimento delle leggi (cui il Parlamento dovrebbe dedicarsi a tempo pieno per un’intera legislatura promulgando testi unici essenziali e facilmente leggibili) e contribuendo in tal modo alla sburocratizzazione delle Istituzioni e ad un nuovo rapporto cittadino- Stato, senza troppi intermediari. Infine l’istruzione, il regime fiscale, la lotta corruzione, lo sviluppo del Sud ed una battaglia senza frontiere alla criminalità (mafia, ‘Ndrangheta/colletti bianchi).

Se si cambia veramente registro, i tre anni che ci separano dalla scadenza delle elezioni potranno dare inizio ad una trasformazione del Paese accogliendo il monito delle sardine e lo stesso M5S avrebbe compiuto un cambiamento sulla via di un vero partito riformista. Solo così si può cominciare a parlare di sviluppo. Il resto è solo propaganda.

di Nino Lanzetta