La dimensione sociale dell’Europa 

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L’acuirsi attuale del già aspro scontro del governo italiano con i vertici dell’Unione Europea fanno sorgere una domanda su che cosa, in concreto, ha fatto l’Unione per legiferare meglio, oltre gli odiosi ambiti economici e finanziari. In sostanza quali sforzi ci sono stati per avvicinare la stessa Unione ai cittadini europei per renderla più percepibile e democratica?
Per rispondere a questi diffusi interrogativi, affrancandoci per un momento dal bombardamento comunicativo di Salvini e Di Maio, sarà opportuno delineare brevemente il pacchetto di misure del 2015 sulla “Better regulation” (Legiferare meglio per ottenere risultati migliori – Agenda dell’UE) che aveva l’obiettivo di garantire che la UE, nell’ambito delle sue competenze, faccia quanto è necessario affinché siano raggiunti gli obiettivi condivisi, in modo efficace, riducendo gli oneri normativi per i cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni. Tale progetto richiedeva un’attenzione specifica per ogni fase del ciclo decisionale delle varie politiche pubbliche: dalla progettazione delle normative alla loro adozione, dall’attuazione alla valutazione, fino all’eventuale revisione. L’Agenda individuava ed individua ancora una serie di principi (sussidiarietà, partecipazione, monitoraggio, valutazione) e alcune misure e procedure attuative, articolate intorno a tre grandi pilastri. Il primo pilastro è la valutazione dell’impatto delle politiche pubbliche: ogni nuova proposta legislativa deve essere chiara sui propri obiettivi motivando perché la soluzione scelta sia la migliore e la meno onerosa possibile per raggiungere gli obiettivi fissati ed i vantaggi ad essi collegati. Il secondo pilastro è la valutazione retrospettiva, per cui ogni revisione della legislazione deve valutare i possibili margini di semplificazione e di maggiore efficacia. Il terzo pilastro è il coinvolgimento dei cittadini: l’iniziativa Legiferare meglio si fonda sulla partecipazione attiva della società civile, sollecitando i contributi delle parti interessate in tutte le fasi del ciclo di definizione delle politiche adottate, tramite una pluralità di strumenti di consultazione che si aggiungono alla possibilità per i cittadini di presentare iniziative legislative. A tal proposito dal 1° luglio 2016 la Commissione Europea ha aperto un sito web che permette ai cittadini di trovare in modo immediato le informazioni sull’iter di elaborazione delle varie politiche, al fine di contribuire al processo legislativo. Attraverso questo portale, con l’uso di tutte le lingue ufficiali dell’Unione, è possibile presentare osservazioni e proposte sulle nuove iniziative della Commissione. Risulta chiaro che la nuova Agenda europea e l’iniziativa Legiferare meglio non rappresentano solo un insieme di strumenti metodologici, ma una visione della democrazia diretta. Tanto premesso è d’obbligo rilevare che l’apparato burocratico italiano non ha metabolizzato il sistema relazionale delineato e questa sindrome onirica ha fatto registrare l’utilizzo dei fondi europei, da parte delle nostre regioni meridionali, con percentuali ad una cifra, in casi rarissimi intorno al 10% delle risorse disponibili. A fronte di questi fatti è ancora possibile parlare di una Comunità Europea lontana dallo spirito costituente e nemica degli interessi italiani? Certamente l’esigenza di recuperare la dimensione sociale dell’Europa è profondamente avvertita dagli europeisti convinti, ma i processi evolutivi non vanno rozzamente interrotti dalle ricorrenti tentazioni sovraniste e demogogiche finalizzate solo all’aumento di consenso della parte rilevante delle comunità nazionali scarsamente consapevoli che le nuove avventure politiche della Comunità Europea, come la storia insegna, conducono al buio e ai deliranti primati. Allora sarà utile recuperare la eloquente attualità del pensiero di un grande europeista, Luigi Einaudi, che nel discorso del ’47 alla costituente affermava: “Rinunciamo al mito della sovranità assoluta”. È auspicabile che prevalga in tutti noi la consapevolezza che la storia è ancora maestra di vita.

di Gerardo Salvatore edito dal Quotidiano del Sud