La lezione rivoluzionaria di Pasolini

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Pasolini poeta visionario, cantore e cultore di quell’innocenza antica che appartiene ai derelitti, agli umili, agli emarginati, ai ragazzi di borgata, ma anche sferzante scrittore e profeta inascoltato della società omologante. “Dalla poesia di Pier Paolo Pasolini a quella dei poeti irpini dei giorni nostri” , questo il titolo dell’incontro che si è svolto alla caffetteria Maracuja, nei giorni scorsi, organizzato dai “Poeti della speranza”. Molteplici gli interventi, dall’attrice Costanza Fiore al poeta Carmine Gaita, dalla scrittrice Rosa Mannetta alla poetessa Maria Ronca, dalla poetessa Paola De Lorenzo, allo scrittore Marco Parisi, dalla musicista Sonia De Francesco al poeta Giovanni Moschella, alla poetessa Antonia Catena, per citarne solo alcuni. Moderatore dell’incontro, il giornalista Fiore Carullo. Momento editori Giovanna Ragusa “Edizioni Ragusa” Giovanna Scuderi "Edizioni Scuderi" Maria Ronca “Il Saggio” Intermezzi musicali a cura di Sonia De Francesco e Gennaro Curato Modera Fiore Carullo Momento editori Giovanna Ragusa “Edizioni Ragusa” Giovanna Scuderi "Edizioni Scuderi" Maria Ronca “Il Saggio” Intermezzi musicali a cura di Sonia De Francesco e Gennaro Curato Modera Fiore CarulloSpazio anche alle realtà editoriali con la presenza di Giovanna Ragusa (Edizioni Ragusa) e le Edizioni “Il Saggio” di Maria Ronca, e alle immagini di Grafuc artist di Dorotea Virtuoso. Costanza Fiore, nel suo intervento, ha ricordato “Profezia”, un testo di Pasolini che sembra anticipare gli sbarchi attuali degli immigrati, l’esodo dolente di chi fugge dalla propria patria, per inseguire un sogno. «”Alì dagli Occhi Azzurri, uno dei tanti, scenderà da Algeri, su navi a vela e a remi. Saranno con lui migliaia di uomini coi corpicini e gli occhi di poveri cani dei padri, sulle barche varate nei Regni della Fame. Porteranno con sé i bambini, e il pane e il formaggio, nelle carte gialle del Lunedì di Pasqua. Porteranno le nonne e gli asini, sulle triremi rubate ai porti coloniali. Sbarcheranno a Crotone o a Palmi, a milioni, vestiti di asiatici, e di camice americane. Subito i Calabresi diranno, come malandrini a malandrini : "Ecco i vecchi fratelli, "Ecco i vecchi fratelli, coi figli e il pane e il formaggio!” da Crotone o Palmi saliranno a Napoli, e da lì a Barcellona, a Salonicco e a Marsiglia, nelle città della malavita”. Questa massa di umili, di deboli, di sudditi, scende in un mondo dove sta per iniziare la Nuova Storia, sono angeli che portano la distruzione – ha affermato – non assomigliano all’Angelo malinconico di Benjamin che guarda alle macerie del passato e vorrebbe riscattarle, cioè salvarle dall’oblio. Sono giovani distruttori, e vengono a rapinare, a uccidere, a espropriare, cioè vengono per portare ai nuovi borghesi l’ultima speranza» . Mentre Rosa Mannetta ha ricordato come Pasolini sia vissuto all’epoca di Don Milani, della scuola di Barbiana, facendo un raffronto tra la mitica scuola descritta da Don Milani e quella di oggi, attuata da Renzi, con docenti che diventano meri esecutori degli ordini impartiti da presidi – manager. L’intervento di Maria Ronca, invece, si è incentrato soprattutto sull’amore del poeta per la vita, amore di cui sono intessuti tutti i suoi scritti, il suo sguardo sulla realtà. Carmine Gaita si è soffermato sullo sguardo del Pasolini cineasta, sulla sua capacità di guardare il reale in una prospettiva singolarissima, come nelle scene del “Vangelo secondo Matteo”, dove la macchina da presa sembra indietreggiare, come nella scena del Sinedrio, dove anche lo spettatore che guarda sembra non riuscire ad entrare, a penetrare in quella calca. Paola De Lorenzo ha analizzato la vita del poeta friulano, addentrandosi nel rapporto con la madre e nelle radici dell’omosessualità del poeta. Sul Pasolini storico e su quello che avrebbe potuto dire oggi alle nuove generazioni, invece, si è concentrato Parisi «Abolire immediatamente la televisione!” urlava il “vecchio Pasolini” nella lettera al Corriere della Sera del 1955, per salvare la vecchia gioventù dalla paralisi culturale: un profeta insomma; l’attuale gioventù – ha ribadito – si presenta agli occhi del mondo chiusa in un bunker telematico, lontana dalla cultura, dai libri, dallo studio ed attaccatissima non alla tv come all’epoca, ma ai tablet, ai telefonini, alle chat, ai computer ed agli stessi social network. ». Così scriveva ancora il poeta friulano: «Dietro ai loro Alì dagli Occhi Azzurri — usciranno da sotto la terra per rapinare — saliranno dal fondo del mare per uccidere, — scenderanno dall’alto del cielo per espropriare — e per insegnare ai compagni operai la gioia della vita, per insegnare ai borghesi la gioia della libertà»