La politica tra padri e figli

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Il caso del padre di Di Maio è deflagrato con violenza mediatica. E così, forse, sarà per le news su Renzi sr. Ormai la lotta politica per interposti padri sembra diventata molto di moda nella politica nostrana. Essa non è del tutto nuova nel nostro Paese, regolato oltre che dalla Costituzione formale anche – e forse soprattutto – da quella materiale. Alle volte molto più radicata e potente perchè fondata sui rapporti familiari (e amicali). Per la sua intensità e persistenza, tuttavia, quel tipo di lotta politica sta raggiungendo vette di imbarbarimento mai conosciute prima.

Prima fu il caso del padre di Renzi. Però molto diverso e difficilmente riconducibile a quelli più vicini a noi. Gli ingredienti politici c’erano tutti. Il figlio premier. Le opposizioni lanciate e agguerrite. I contorni di una spy-story. Possibili depistaggi. Presunti tentativi di incastrare qualcuno. A pesare poi – oggettivamente – c’era innanzitutto il fatto che si trattava di una vicenda già aperta sul piano giudiziario. Con dichiarazioni esplosive e non coincidenti fra gli indagati. Tra i quali un ministro (Lotti) e alcuni alti ufficiali dei Carabinieri. Insomma, al di là degli elementi di colore aggravati dalle intercettazioni, ce ne erano molti anche per suscitare qualche manovra di carattere politico. Di qui le reazioni di Renzi. Tuttavia, proprio quest’ultimo, da sfidante alle primarie Pd, aveva richiesto le dimissioni della ministra Cancellieri, non indagata. Protagonista però di una telefonata di solidarietà ad un accusato, l’immobliliarista Ligresti. Nella gogna mediatica, però, si fa presto a passare da artefice a vittima, come ha dimostrato l’ultimo scoop de “La Verità”. Un ex distributore di giornali nell’azienda di Tiziano Renzi avrebbe affermato (come un altro ex lavoratore) che “suo figlio ci portava le copie da vendere ai semafori, poi ritirava gli incassi. A noi restava una quota. Mai visto un contratto”.

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Molti hanno guardato con sospetto al malizioso messaggio dell’ex ministra Boschi a Di Maio sr. E ipotizzato una regia politica da parte della corrente renziana. In ogni caso, non sembra essere stata una iniziativa particolarmente efficace. Si è rivelata, forse, addirittura maldestra. Ha infatti resuscitato anche Maria “Etruria” Boschi. Ha fatto cioé ricordare agli italiani le bugie e gli intrighi della ministra. Aveva affermato di essersi occupata di banche solo in quanto deputata del territorio. E invece, come ha accertato la commissione di inchiesta sulle banche, andava in giro – senza alcuna delega da parte di Padoan – a perorare la causa di una sola banca. Quella di cui il padre era vice-Presidente. Roba, in un Paese serio, da dimissioni immediate! L’ ex musa renziana ha definito gravissimi i possibili reati di abusi edilizi e di lavoro in nero da parte di Di Maio sr. Come la metterà, se provati, con quelli di Renzi sr? Ha comunque dimenticato le pesanti sanzioni finanziarie di tipo amministrativo comminate da Banca d’Italia e Consob al padre e ad altri vertici di Banca Etruria. E ha sottovalutato le reazioni che ogni accenno minimizzatore a quella banca provoca nei risparmiatori danneggiati!

Il caso del padre di Luigi Di Maio – che ha ammesso su Fb di aver sbagliato – è particolarmente grave. Tra le irregolarità, infatti, vi sarebbe anche del lavoro in nero. E’ vero che le colpe dei padri non ricadono sui figli. Tuttavia, proprio gli “errori” sul lavoro nero di alcuni dipendenti, potrebbero creare una contraddizione insopportabile, dal punto di vista politico, per la stessa credibilità del figlio ministro del lavoro. La sindrome di accerchiamento del M5S è comunque indicativa di un diffuso nervosismo. Delle difficoltà del leader. Delle incognite politiche. Accresciute dalle divergenza con la Lega. Dalle serpeggianti dissidenze interne. Dagli incerti, oscillanti rapporti con la Ue. Dalla prossima fine dell’acquisto di titoli d Stato da parte della BCE. E infine dai severissimi dati Istat sul generale peggioramento della condizione economica italiana. Tutte cose destinate a non restare senza conseguenze politiche. Ora sembra che i partner di maggioranza vogliano tenerne conto per la manovra. Altrimenti potrebbe fare davvero buio. Per il governo. E forse per l’Italia!

di Erio Matteo edito dal Quotidiano del Sud