La sfida della pace

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di Giovanni Savignano
La pace è il dono pasquale che Cristo risorto lascia ai discepoli.. Egli dona la Sua pace, come aveva promesso: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi» (Gv 14, 27). Il messaggio di pace lasciato da Gesù, “nostra pace” (cf. Ef 2,14), necessità anche della “spada” (cf. Mt 10, 34).
E’ una sorta di pace che distrugge  i muri di separazione sia dell’interventismo ideologico con le armi, sia del “pacifismo da sfilata” che non ammette il diritto di difendersi con un’ azione proporzionata all’ aggressione ricevuta.
Com’è noto, il pacifismo riguarda tematiche che vanno dall’ educazione alla pace, all’ obiezione di coscienza, al disarmo etc.
Naturalmente, con i suoi aspetti controversi .
Nel corso del XXI secolo , diversi eventi hanno determinato un cambiamento culturale del concetto e pratica sul pacifismo italiano.
Non a caso tra pace e guerra, paradossalmente, anche I cattolici appaiono divisi. Pacifisti contro interventisti. Occidentalisti contro posizioni antiglobalalizzazione.
Un ‘ulteriore contesa è nata per la riposta militare dell´Occidente verso l’invasione dell Ucraina , così come era successo in precedenza circa l ‘attacco del terrorismo islamico. Un´opinione diffusa è che ad un sommo pontefice pacifista si contrappongano dei vescovi – americani e italiani – interventisti.
Le questioni controverse “debbano essere risolte non con il ricorso alle armi, ma con i mezzi pacifici della trattativa e del dialogo».
-È cosa buona e giùsta considerare il pacifismo come un atteggiamento di tipo etico e socio-politico, per cui la pace è un valore fondamentale nei rapporti interpersonali , sia in maniera assoluta che relativa – quale dovere- Ciononostante andrebbero considerati altri fattori di carattere geo-socio- politico. Pertanto occorre una riflessione sul ruolo stesso di quel valore mondiale che è il pacifismo.
La partita della pace, oggi molto attuale, è una grande occasione per tutte quelle culture pacifiste che debbono confrontarsi con molteplici livelli di violenza diffusa, ovvero di questa guerra e micro- guerre vere nel mondo , come pure delle battaglie politiche nelle diverse comunità.
 La riflessione pacifista sostiene il concetto di pace quale “bene disponibile”. Un mezzo da usare.
Augurandosi di oltrepassare questo tipo di ” semplificazione ” le nuove tendenze del
pacifismo hanno dialogato tra loro a cominciare dalle proprie identità diverse.
Trasferendo l’idea della pace alle lotte per i diritti civili, per la promozione di una cultura solidaristica e per la giustizia sociale, è necessario, comunque , considerare la pace come condivisione : intesa come collaborazione alla costruzione dei valori, dove tutti hanno diritto di opinione : ognuno con la propria differenza.
In tutta sincerità , la vera posizione pacifista dovrebbe essere un atteggiamento attivo e non passivo , né di pura rassegnazione. La pace, poi, nel suo senso più autentico , desidera che L’ utopia lasci il posto al reale, ad una “pace vera.”( la “pace armata ” della guerra fredda Usa URSS docet).
I segnali della speranza, e la chiamata della fede, ci invitano a pensare “l’utopia della pace” come possibilità reale, perché essa è subordinata alla cosiddetta”facoltà del possibile” che alberga negli esseri umani , i quali sono in grado di orientarsi verso il bene e lottare il male.
Un altra umanità/ civiltà sarebbe possibile , a patto che si desideri indirizzare diversamente il percorso e la storia delle popolazioni. È auspicabile una grande sensibilizzazione delle coscienze che stimoli a non ridurre mai il discorso della pace entro i soli confini nazionali , come pure nei propri ambiti locali.