Le sorgenti di Cassano alla Regione, Ciarcia: “Una cessione vissuta come la perdita di un braccio”

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Nella cornice di parco Palatucci di Avellino è iniziata oggi la due giorni della Festa dell’Unità del pd irpino. Il partito prova a compattarsi verso l’appuntamento delle amministrative del prossimo anno, ma sembra mostrare evidenti divisioni interne. Una frantumazione emersa anche durante la tavola rotonda tenuta stamattina sulle questioni ambientali. Nella sessione moderata dal giornalista Alfredo Picariello, ampio spazio è stato dato oltre al tema della gestione dei Rifiuti, anche al caso Alto calore. Un tema quello della gestione idrica in Irpinia che, con la cessione da parte del gestore irpino alla Regione campania dell’impianto di Cassano irpino e delle sue sorgenti rappresenta una pagina triste per la comunità irpina. Le sorgenti del comune irpino insieme a quelle del Baiardo di Montemarano sono confluite con la delibera varata dalla giunta regionale il 3 agosto del 2022 nel Sistema della Grande Adduzione Primaria di interesse regionale in cui rientrano: l’Acquedotto della Campania Occidentale; l’Acquedotto del Torano Biferno; il Complesso della Diga di Campolattaro; l’Acquedotto della Normalizzazione, con le sorgenti di Cassano Irpino e di Baiardo a Montemarano del Fiume Calore. Inoltre con la delibera n. 312 del 31/05/2023 la Giunta Regionale presieduta da Vincenzo De Luca ha deciso di procedere a giugno scorso, a una gara a doppio oggetto per l’affidamento a una società mista pubblico/privata del sistema idrico denominato «Grande Adduzione Primaria». L’impianto del comune dell’Alta irpinia è stato ceduto alla Regione su decisione della presidenza dell’Alto Calore per sollevare l’ente di Corso Europa dai costi di gestione dell’ente che ammontano ad oltre 1 milione e 100mila euro annui per la sola energia elettrica e ad ulteriori 700mila euro circa all’anno tra personale, manutenzioni, riparazioni condotte, materiali, clorazione e analisi di laboratorio. Con la centrale di Cassano e i relativi serbatoi e acquedotti della Normalizzazione, Ramo orientale e centrale, vengono trasferiti anche i punti di prelievo dell’energia elettrica a servizio della sorgente del Baiardo di Montemarano e della stazione di rilancio di Zingara Morta a Pontelandolfo. Naturalmente, il passaggio degli impianti comporterà, da parte di Alto Calore l’acquisto all’ingrosso della quota di acqua prima prelevata a Cassano e Serrapullo attraverso il concessionario Acqua Campania. Uno scenario amaro per L’irpinia ma dettato da ragioni economiche derivanti dallo stato debitorio dell’alto Calore.
“Rispetto alla transizione ecologica siamo in ritardo perchè dobbiamo risolvere dei problemi più importanti, come iL Concordato- spiegail presidente di Acs Michelangelo Ciarcia – che è ancora in atto e che ancor non ha visto una soluzione immediata nostante sia stato accordato dal Tribunale e siano stati già presentati i piani industrali per dare una soluzione nei prossimi anni.Veniamo da una situazione difficile in cui era stata presentata un’istanza di fallimento e grazie alla regione Campania abbiamo potuto presentare un piano industriale che dìci ha dato la possibilità di presentare un Concordato preventivo e di continuare avere la sua presenza su questo territorio. Non appena avremo firmato la convenzione con l’EIC, che è ormai prossima darà un maggiore possibilità di svilupppo alla socieà. Il 1 settembre abbiamo perfezionato gli atti per la dismissione della gestione diretta centrale di Cassano. Questa cosa è stata vissuta da parte di nostra una perdita di un braccio”. Questo passaggio è stato necessario perchè senza questo steop il risanamento di Alto calore non si poteva attuare.La centrale di cassano ci costava un milione di euro al mese”questo la dice lunga sui costi, avevamo ridotto i costi dell’energia elettrica ma poi con l’aumento delle taiffe non era più sostenibile. La società ora si trova in una situazione più agile e snella e stiamo soddisfacendo le richieste dei creditori.Entro dicembre 2027 dovremo cercare di mrisanare la socità sul piano dei debiti, ma anche presentare la socieà in una veste nuova e cogliere le sfide del Futuro cpon i fondi del PNRR”.

L’ex presidente Acs Lello De Stefano traccia un’analisi nitida e sincera dello stato in cui si trova l’ente di Corso Europa.”L’Alto calore è una grande intuizione sulliana però poi ha prodotto assunzioni e quindi una realtà non tanti edificante.Ora però sono stati compiuto gli atti necessari perchè l’ente possa continuare il suo percorso di risanamento, che è stato possibile anche grazie alla cessione alla Regione di un impianto, i cui costi non erano più sostenibili e che non potevano favorire l’approvazione di un piano industriale credibile per l’approvazione del Concordato”.