LIDA, Merola: “E’ una Pasqua avvelenata”

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Ci risiamo ! Quest’anno ci è addirittura sembrato che i tetri scalpitii degli avvelenatori e sterminatori avessero fretta ad attivare i motori per spargere veleni che ci stanno conducendo, ohimè, a un lento ma inesorabile declino…  le autorità comunali sono, forse, a ‘controllare’ quanto siano ruspanti le galline del contadino? Le autorità provinciali stanno, forse, annusando i buoni formaggi per comprenderne la salubrità? E l’A.S.L., nel frattempo, si è fatta distrarre nel sorseggiare la bontà di un qualche genuino vinello che, nelle nostre zone, è gagliardo e piacevolissimo? Vorremmo proprio augurarcelo…
Silenzio colpevole e vergognoso, assenze ingiustificate e ingiustificabili… Il gelido inverno alberga ancora nei cuori e nelle menti di chi ha il compito precipuo di controllare, verificare, tutelare e proteggere l’ambiente e tutti i suoi abitatori, pena l’annullamento?
Intanto la primavera sta finalmente esplodendo con i suoi profumi, i colori, i fugaci, guazzanti cinguettii, il ronzare tedioso di splendidi esserini svolazzanti che, di anno in anno, di generazione in generazione, restano la costante certezza del rinnovamento e della rinascita biologica di questa nostra natura madre… anche la pasqua vorrebbe rimanere, nella sua vera essenza, una costante, gradevole espressione di rinascita;
Tutto è, purtroppo, davvero in pericolo.
Il verde sta mutando le proprie sfumature in preoccupanti tonalità che non hanno nulla di naturale, il rigoglio dei profumi si trasforma in olezzanti, minacciosi odori di morte: un inno angosciante all’insipienza e al poco rispetto delle leggi e dei cicli della natura da parte di che avrebbe il compito di proteggere e garantire il diritto alla salute e alla salvaguardia di un eco-ambiente più salubre;
Effetti nocivi alle specie vegetali e animali (si pensi per un attimo allo sterminio di insetti pronubi che sono la sola garanzia del rinnovarsi della bio-diversità vegetale con l’impollinazione)… pensiamo alla decimazione di insetti splendidi e utilissimi come le api; utilissima ma terribile la denuncia del Professor Fabio Taffetani, ordinario di Botanica Sistematica presso l’Università Politecnica delle Marche che mette in guardia dall’uso indiscriminato delle sostanze erbicide e sulle ripercussioni che coinvolgono l’intero sistema naturale con un ovvio rischio (oramai chiarissimo e incontrollabile!) sulla salute dell’uomo ma, più che altro, sulla possibilità della propria sopravvivenza su questo pianeta!
Regole assolutamente dimenticate e volutamente messe da parte: “…non trattare nei periodi di fioritura per non distruggere gli impollinatori …” …  “il tempo deve essere almeno, ALMENO! di 48 ore prima di rientrare in un terreno trattato con pesticidi…”…
Ciò significherebbe, semplicemente e opportunamente, RISPETTANDO LE REGOLE SCRITTE! Isolare, controllare e chiudere, per ALMENO! 48 ore, tutti i tratti di strade provinciali o comunali o interpoderali o statali ai bordi delle quali vengono cosparsi veleni con modalità e quantità davvero incontrollate; chi passeggia, chi aspetta l’autobus, chi abita nelle prossimità, i bambini che si trovano a scorrazzare possono tranquillamente respirare o avere contatto con queste  sostanze che seminano morte.
Sapete che l’uso dei tradizionali metodi meccanici o anche manuali di sfalcio comporterebbe un impiego di risorse umane ed economiche addirittura inferiori rispetto al metodo frettoloso ed esuberante di avvelenarci con i metodi attualmente in uso?
La natura: il nostro habitat, senza la quale la sopravvivenza della specie umana è impossibile… la natura: la nostra terra, le piante, i fiori ma anche i piccoli vertebrati che sono magnifica espressione della vita animale, e poi gli insetti, gli uccelli… la natura che è anche vento, pioggia… riusciamo a immaginare quanto rischiosa e compromessa risulti tutta la catena alimentare? Riusciamo a pensare come, un uso incontrollato e addirittura indiscriminato, al di fuori di qualsiasi regola scritta o semplicemente di norme elementari dettate semplicemente dal buonsenso, dal rispetto e dalla civiltà, rendano incontrollabili fenomeni che coinvolgono la salute dell’uomo, sia a breve sia a lungo termine, con conseguenze facilmente immaginabili?
A quel punto neppure la pasqua si salverebbe… gli ovetti di galline liberamente razzolanti potrebbero, ahimè, non essere , già da tempo, il genuino prodotto del saggio contadino ma una vera trappola chimica potenzialmente tossica: non rispettare tempi e dosi, non valutare l’azione dei venti, dei gradevoli ruscelletti, dell’acqua piovana, vuol soltanto dire  essere superficiali e sconsiderati…  la catena alimentare, che vede come utilizzatore finale l’uomo ne sarebbe irrimediabilmente compromessa…
Una Pasqua avvelenata, a questo punto! sarebbe la logica, obbligata conseguenza di un mondo votato all’annientamento senz’alcuna speranza di resurrezione". 


                                                       Il Responsabile della Sezione LIDA e Delegato LAC                                                                 
                                                                                                                
 
Emilio Mauro Merola