L’omaggio di Montella ad Aurelio Fierro. Bonavitacola: intellettuale a tutto tondo. Orgoglioso delle mie origini

"La vera sfida per le aree interne è la lotta allo spopolamento. E' il momento di azioni concrete"

0
408

“Aurelio Fierro era un intellettuale a tutto tondo. E’ un errore pensare che fosse solo un cantante, possedeva una cultura vastissima”. A sottolinearlo il vicepresidente della Regione Fulvio Bonavitacola nel corso dell’incontro dedicato all’autore di Scapricciatiello, a cento anni dalla nascita, nel monumentale Palazzo del Comune di Montella. Un confronto per ribadire l’impegno, la territorialità, il legame di Fierro con la sua Montella. A prendere parte all’incontro, coordinato dal direttore del Corriere dell’Irpinia Gianni Festa, insieme a Bonavitacola, Rizieri Buonopane, presidente della Provincia e sindaco di Montella, Gabriele Marano, responsabile pro loco, Luigi Caramiello, ordinario di sociologia della Federico II di Napoli, il maestro Romeo Barbaro, direttore artistico dell’Accademia Piccola Napoli, l’attrice Lucia Cassini, la moglie Marisa Matone, il figlio Fabrizio e il nipote Aurelio che portano avanti l’eredità musicale di Fierro.

Non nasconde la fierezza delle sue origini montellesi il vicepresidente Bonavitacola “Sono prima montellese, poi vicepresidente della giunta regionale. E’ un orgoglio per me essere qui a Montella”. Si sofferma sul rischio legato allo spopolamento delle zone interne e rivolgendosi al presidente della Provincia sottolinea come “E’ il momento di scendere in campo per fronteggiare il fenomeno della desertificazione. E’ un impegno che assumo come vicepresidente della giunta. E’ tempo di agire”. E spiega come “Ora è il tempo di ricordare Fierro con un’opera concreta, che sia un luogo o una pubblicazione a lui dedicata “. Il direttore Festa sottolinea il valore della celebrazione, l’orgoglio di Montella per questo suo figlio illustre: “Il terremoto è stato un vero spartiacque tra prima e dopo. Oggi lo spopolamento è la piaga di queste terre ed è in questa battaglia che devono convergere tutte le forze”.

E’ quindi la moglie Marisa a ricordare con commozione l’incontro con il marito e la determinazione nel convincerlo a perseguire la strada del canto “Era un ingegnere che si era trovato di fronte a un bivio, continuare la sua professione o coltivare la passione per il canto. Da parte mia, ero certa che cantare fosse la sua strada”. Mentre il figlio Fabrizio si sofferma sulla centralità delle radici nella sua storia personale “Non perdeva occasione per tornare a Montella. Qui erano le sue radici. Avrebbe fatto di tutto per la sua terra. Anche se lo rammaricava che dopo il sisma il paese si fosse trasformato. Aveva provato anche la strada della politica, convinto di poter fare qualcosa per Napoli e l’Irpinia ma l’esperienza lo aveva profondamente deluso”. Ad emergere dalle parole dei relatori il ritratto di un uomo consapevole del valore della cultura per rilanciare il Sud, non un semplice cantante ma un ambasciatore della canzone nel mondo.

A portare i propri saluti anche il vicesindaco Anna Dello Buono, che sottolinea la scelta dell’amministrazione culturale di investire sulla cultura, da rassegne come Convivio al monte alla mostra fotografica di Carlo Fierro “Fratelli e sorelle” dedicata alle Confraternite, allestita nella piazza degli Irpini