Dal Rendiconto sociale Regionale della Campania, redatto dal coordinamento metropolitano di Napoli dell’Inps, emerge un’immagine della Campania in chiaroscuro. Dal punto di vista demografico, confermato il progressivo calo della popolazione. Mentre si è invertita la tendenza tra l’emigrazione e l’immigrazione, anche se il saldo è molto distante dal compensare il valore negativo. La ripresa economica ha determinato nella Regione la progressiva riduzione del ricorso alla cassa integrazione, ma anche un aumento del numero di domande per l’indennità Naspi. Nelle circa 70 pagine di numeri e statistiche prodotte dal Comitato regionale Inps c’è anche molto altro. Ad esempio, che in dieci anni se ne sono andati circa 70mila campani, soprattutto tra i 18 e i 39 anni; che i lavoratori del commercio hanno superato numericamente quelli dell’industria in senso stretto; che il tasso di occupazione è cresciuto al 38,4% del 2022 contro il 36,6% dell’anno precedente ma resta abbondantemente lontano dalla media degli occupati in Italia (52,2% a fine 2022 ma il dato nel 2023 è superiore al 60%). Cala il tasso di disoccupazione e di inattività ma donne e giovani, qui come in tutto il Sud, sono nettamente distanti dalle medie nazionali. L’indice di longevità della Campania, 83 anni per le femmine e 78,6 per i maschi, è infatti sceso al gradino più basso tra le regioni.
E i Neet sono ancora il 30% del totale degli under 29, secondi in Italia solo alla Sicilia sul piano percentuale ma di gran lunga i più numerosi in assoluto (circa 290mila).