Non è un’isola felice

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Da qualche tempo, da quando cioè alla guida della Procura della Repubblica di Avellino si è insediato Rosario Cantelmo, quella che era ritenuta un’isola felice si è rivelata essere, nella sua reale dimensione, una piccola città di provincia in cui soprattutto la malapolitica aveva creato un clima di impunità. Non a caso le tante inchieste avviate nel palazzo di piazza d‘Armi sono state indirizzate a fare luce sul perverso meccanismo burocrazia e potere. Cantelmo, però, rischia di diventare un eroe solitario se la sua azione non è accompagnata dalla riscoperta del senso del dovere della società civile, del comune cittadino, delle associazioni, dell’intera comunità. Diciamolo con semplicità: troppo è stato consentito, molti hanno perduto la vista, altri, e sono tanti, hanno speculato e speculano in diversi settori, dalla sanità all’emergenza emigranti. Il ruolo del Procuratore si caricherebbe di significato diverso se non fosse aiutato dalla comunità. Ci sono troppi corvi in giro che non favoriscono l’accertamento della verità. Quella che il cittadino chiede, in assenza della buona politica, a chi, tra tante difficoltà, intende imporre trasparenza e legalità.

edito dal Quotidiano del Sud

di Gianni Festa