PD, Di Guglielmo risponde a Venezia. Ecco la lettera integrale

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Carissimo Sindaco,

apprezzo la tua analisi e il tuo provare a stimolare un dibattito del quale questo partito provinciale ha bisogno più di ogni altra cosa.
Voglio partire da un dato per iniziare a ragionare nel concreto. Alle primarie del 3 marzo, momento di partecipazione stupendo per la comunità democratica italiana e irpina, dei mille avellinesi iscritti al Pd ha votato solo il 30%. La partecipazione è frutto di molti processi umani, civili, culturali e politici e ha l’effetto immediato di rendere protagonista chi partecipa. È chi partecipa a determinare l’esito delle competizioni e nulla avrà senso se in Irpinia come altrove continuiamo a valutare la non partecipazione come un valore politico. Chi sceglie di non partecipare non rappresenta nessuno neanche se stesso, chi non si esprime non apre nessuna riflessione, chi si ritira non protegge e non difende alcun diritto e nessuna idea. Quindi sono convinto che oggi, superando le polemiche e le divisioni sulle percentuali immaginarie di chi non ha partecipato allo scorso congresso, bisogna tornare a discutere di un Pd che in Irpina, come in tutta Italia, sta tornando ad essere un soggetto politico riconosciuto e vivo. Questo ci hanno detto a più riprese i nostri elettori e tutti quei cittadini che non si arrendono alle destre e al populismo.
Il Partito Democratico irpino, come ben sai, viene da anni difficili nei quali è mancato non solo un segretario ma anche gli organismi dirigenti locali. Anni nei quali è stato difficile coltivare la discussione politica perché sono mancati i luoghi del confronto interno. Prima della mia elezione a segretario, alla guida della federazione vi era un direttorio sostituito poi, per otto mesi, un commissario inviato dal partito nazionale.
Il congresso dell’anno scorso ha rappresentano non solo una speranza ma un’opportunità concreta per ridare struttura, ordine e valore alla comunità democratica irpina. Purtroppo qualcuno prova ancora a ridurre questo passaggio fondamentale alle inutili polemiche interne che ancora echeggiano a via Tagliamento.
In questi mesi, insieme con chi ha voluto mettere in campo il suo impegno e senza chiudere la porta in faccia a nessuno, abbiamo provato a ridare dignità ad una comunità che negli ultimi anni era stata umiliata. Con passione e forse anche incoscienza ci siamo lanciati nel tentativo di rimettere al centro i contenuti e la politica, provando a superare le polemiche sterili e strumentali. Abbiamo messo in piedi, cosa mai fatta prima, una festa provincia de L’Unità, attraverso la quale abbiamo aggregato la nostra comunità e il mondo esterno per tre giorni per ragionare e discutere insieme di tre temi fondamentali sui quali si gioca il presente e il futuro anche dell’Irpinia: lavoro, Europa e partecipazione.
Abbiamo provato a riportare il partito nei luoghi del lavoro, andando davanti ai cancelli della FCA, abbiamo riaperto un dialogo con le comunità locali incontrando i nostri militanti che con passione aprono sedi e circoli in tutti i comuni irpini. Abbiamo ridato all’Irpinia un Pd credibile, strutturato e pronto a misurarsi anche con la sfida delle amministrative di Avellino.
Per noi Avellino non è solo la città capoluogo ma è un comune che rappresenta un’occasione e un’opportunità per mettere in campo un laboratorio politico che possa essere un esempio nazionale. Per troppi anni le dinamiche conflittuali legate ad assetti e divisioni prettamente individualistiche, hanno reso le questioni politiche di Avellino un condizionamento, un freno per la vita politica del Partito. Oggi, dopo il lavoro portato aventi in questi mesi con i nostri circoli cittadini e con i nostri militanti, le prossime elezioni amministrative in città possono davvero rappresentare una nuova occasione per un nuovo progetto politico, fresco, diverso, alternativo alle destre, partecipato, inclusivo e soprattutto vincente.
Siamo davanti ad una sfida epocale, ridare vigore, spessore e forza ad un centrosinistra che solo un anno fa ha subito la sconfitta più pesante della storia repubblicana. Per affrontare questa sfida ci vuole coraggio, ci vogliono le idee e ci vuole confronto. Chi, dentro e fuori dal Pd, sperava di poter vivere lucrando sulle macerie del 4 marzo 2018, oggi deve confrontarsi con la realtà. Le macerie non ci sono più, le hanno spazzate via le donne e gli uomini che a piazza del popolo ci hanno chiesto unita e che domenica 3 marzo hanno fatto la fila non per scegliere un leader ma per dare fiducia al Pd. Oggi chi continua a rimarcare le differenze sbaglia e si allontana dal compito che ci ha consegnato il popolo delle primarie. Unire, condividere, ascoltare e costruire, devono essere le nostre parole d’ordine.
Caro sindaco tu me lo insegni, le vittorie, anche quelle più legate ai singoli, sono frutto di un lavoro collettivo, di un impegno di gruppo di un’idea partecipata e di una politica capace di coinvolgere. Per questo ora che le macerie non ci sono più e che gli avvoltoi hanno smesso di volteggiare, c’è bisogno della forza e dell’impegno di tutti per governare il presente per costruire un futuro concreto e vivibile alle nostre comunità.

Un saluto affettuoso.

Giuseppe Di Guglielmo