Ratto: dalla scuola alla sanità, così l’economia condiziona la società

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Da una scuola sempre più trasformata in azienda ad una società in cui la verità viene imposta dalle lobby della finanza. Non usa mezzi termini Pietro Ratto, docente e scrittore nel corso del’incontro “Storia e controstoria” la chiave scelta per il confronto – curato da Roberto De Pascale – tenutosi oggi al Carcere Borbonico. Un personaggio controverso e sempre contrcorrente, come testimoniano i numerosi articoli pubblicati su La Stampa e il sito “In-contro/Storia” con l’obiettivo di rileggere, senza condizionamenti ideologici e fedeli ai documenti originali, le pagine della storia del paese e insieme il presente.

Lo sottolinea con forza Ratto: “Questo nostro mondo appare sempre più caratterizzato da un monopolio degli aspetti economico-finanziario della società, le politiche locali e globali finiscono con l’essere influenzate dai grandi gruppi imprenditoriali o dalle dinastie finanziarie, che esercitano pressioni sull’attività legislativa dei Parlamenti. Pressioni che riguardano non solo la politica finanziaria ma tutti gli aspetti della società, dalla sanità come dimostra la vicenda legata ai vaccini alla cultura. Lo stesso concetto di verità non esiste ma viene imposto da chi comanda. Il privato si sovrappone al pubblico, con la complicità e il contributo della scuola, sempre più in linea con quella di matrice statunitense. E’ una scuola che tende ad azzerare la differenza tra pubblico e privato, in cui si fa fatica a comprendere la differenza tra l’interesse di un singolo gruppo e l’interesse della collettività”.

Sottolinea come “Ero un insegnate di storia ma ho vista la scuola trasformarsi sotto i miei occhi, con la riforma dell’autonomia è diventata sempre più un’azienda, attenta ad accapparrarsi risorse, condizionata essa stessa dal potere che impone una linea educativa. Sono i grandi imprenditori, sono le famiglie più potenti a decidere che cosa  debbano pensare i giovani. Ci troviamo di fronte a una forma di indottrinamento. Gli stessi nostri giovani sono sempre più frustrati, poichè viene insegnato loro non a seguire i propri sogni ma a scegliere quei settori nei quali è più facile trovare lavoro”